Spettacoli
Il Clan degli attori apre le sue porte
Occasione imperdibile. Una giornata a contatto con attori professionisti per entrare in punta di piedi nel patinato mondo del teatro
- 26/11/2016redazione
Vivere la dimensione teatrale in ogni sua componente. Ecco cosa si prefigge “Clan Off”, una vera e propria officina teatrale voluta dall'associazione culturale Clan degli Attori di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla. A questo riguardo sabato lo spazio Clan Off si aprirà alla città attraverso una giornata di presentazione dei Laboratori teatrali; alle ore 11.30 appuntamento con la stampa cittadina per presentare il nuovo spazio e le anticipazioni sulla rassegna teatrale 2016/17
Sono 3 i laboratori che il Clan Off intende realizzare; “EmoAzione: gli strumenti dell’attore”, laboratorio di avvicinamento alla recitazione a cura di Clan degli Attori condotto da Giovanni Maria Currò e Mauro Failla, diretto non soltanto a chi vorrà intraprendere la professione teatrale, ma anche a chi vorrà mettersi in gioco e approfondire le potenzialità espressive del proprio corpo. Questo percorso intende aprire, sviluppare e approfondire le potenzialità comunicative dei partecipanti fornendo loro gli strumenti propri dell’attore. Attraverso il secondo laboratorio (Recitare senza recitare) ci si propone l’obiettivo di raggiungere un effettivo miglioramento della consapevolezza delle proprie emozioni e stimolando, così, le capacità espressive di ciascuno dei partecipanti. Tramite esercizi mirati si tenderà alla rimozione di quelle sovrastrutture che si acquisiscono con il tempo e che, fungendo da filtro verso la realtà, sono spesso l’impedimento psicofisico non solo alla recitazione ma anche ai rapporti interpersonali: avvicinare gradualmente i partecipanti al laboratorio a fare su un palcoscenico ciò che, naturalmente, si fa nella vita quotidiana. “C'era una volta e una volta non c’era”, laboratorio di teatro per bambini (5 - 10 anni) a cura di Eleonora Bovo. Perché il teatro affascina i bambini? Che bisogno c’è di farlo? Perché sceglierlo? A queste domande si vuol provare a rispondere, attraverso un percorso rivolto ai più piccoli, perché il teatro rende concreto il nostro immaginario, fatto di emozioni, desideri e bisogni. Al centro di questo lavoro ci sono dunque le necessità espressive, di gioco, di movimento, di finzione e di esplorazione dei bambini. Prendere in carico la loro richiesta di essere ciò che sono (e non ciò che agli adulti piacerebbe che fossero) e di mettere in atto ciò che li muove e quindi li emoziona è il punto di partenza inequivocabile per creare innanzitutto una relazione di fiducia e di protezione dal giudizio.
L’obiettivo di quest’ultimo laboratorio è quello di creare un teatro per il pubblico dei “grandi”, ma fatto dai giovanissimi, protagonisti assoluti di una scoperta: poter aprire le menti, cambiare le cose, promuovere cultura. Attraverso un divertente e originale laboratorio, si offrirà ai ragazzi un’opportunità di riflessione sui temi di maggiore interesse sociale quali la tutela dell’ambiente, la legalità, l’integrazione, l’impegno civile, la diversità, il bullismo, l’alimentazione, i cambiamenti climatici e molti altri. I giovani allievi, attraverso un cammino di progressiva crescita umana, civica e culturale, saranno così possibili artefici di un reale cambiamento, che avverrà attraverso un capovolgimento di ruoli fra colui che educa e colui che viene educato. Il laboratorio punta dunque all'utilizzo del teatro come strumento didattico, inclusi gli esercizi propedeutici e lo studio degli elementi di base del linguaggio teatrale. I ragazzi saranno in grado di far diventare straordinari gli oggetti più comuni o di appassionarsi alla narrazione, attraverso l’analisi del testo e del personaggio. Grazie al gioco teatrale svilupperanno l’immaginazione e l’intuizione, impareranno a concentrare le energie e a condividere le conoscenze, coltivando abilità e atteggiamenti utili in ogni aspetto della vita e dell’app. Si profila così una giornata all’insegna di quella dura e bellissima arte che è la recitazione, la quale altro non è se non il duro mestiere della vita stessa.