Cronaca
Sicilia, terra del No. Di Pericle
A Messina e in provincia i contrari hanno rottamato la narrazione del renzismo e bocciato irredimibilmente Crocetta
- 08/12/2016redazione
Il 71,6% dei siciliani che si è recato a votare, ha detto NO alla riforma costituzionale. È un voto chiaro, inequivocabile, preludio dei prossimi appuntamenti elettorali. È innegabile che il risultato referendario ha un profondo significato politico: qualunque appuntamento elettorale ha sempre un valore politico! Il Paese ha capito che la riforma minava le basi della democrazia cioè la sovranità popolare e la rappresentatività, il Paese ha capito che propaganda e narrazione nascondevano il tentativo di una democratura. Tutto il Paese ha detto NO, la Sicilia ha gridato un NO più forte ( il divario fra NO e SI è il più ampio). In tutte le nove Provincie dell'Isola c'è stato un voto plebiscitario contro la Riforma della Costituzione ma anche contro il governo regionale. L'analisi del voto evidenzia una sconfitta senza appello nei confronti del Governo Crocetta e dei suoi accoliti che è opportuno definire, mutuando l'espressione adoperata da altri per definire il fronte del NO, "accozzaglia". Il trasformismo dei deputati che compongono la maggioranza dei quattro governi Crocetta non ha eguali nella storia del Parlamento siciliano e giustifica il termine di accozzaglia (mancanza di omogeneità).
Eletto con l'Mpa, qualche ora dopo ha dato vita ad altro partito-cespuglio; altri dall'Udc sono passati al PD, cuffariani sono stati folgorati sulla via di Damasco, deputati eletti nella lista Musumeci o in Forza Italia hanno scoperto la fede nel renzismo. L'apoteosi è rappresentata dalla capogruppo del PD ( eletta con circa 300 voti nella lista Crocetta), in tre anni ha indossato 7 casacche. Che dire dei deputati Ncd che la notte scrivono note di fuoco contro il governo regionale e di giorno sono rappresentati da assessori e tanti gabinettisti. Ma i Siciliani sono rimasti impressionati soprattutto dalla fede nel renzismo di tanti rappresentanti politici provenienti da esperienze antitetiche. Sorge il dubbio che questa fede vacillerà dopo l'esito referendario. Nel nome di Renzi, Faraone e Crisafulli si sono fidanzati, Cracolici ha modificato il giudizio ( "non più governo di camerieri e gabinettisti", ma governo di lord) dopo avere conquistato l'ambita poltrona di assessore; Pistorio assessore con Lombardo, è pilastro del governo Crocetta. E che dire dei renziani duri e puri? Sono comodamente assisi sulle poltrone del potere da quattro anni attorniati da un nugolo di consulenti e gabinettisti ( è opportuno ricordare che i dipendenti regionali sono 16 mila).
Di fronte a questa falange di pretoriani nessuna impresa poteva sembrare impossibile, ma i generali e i soldati del renzismo, dei sottogoverni, degli enti inutili, dei cosiddetti big della politica hanno dimostrato di non godere nè di considerazione nè di consenso fra i cittadini siciliani. I numeri crudi lo dimostrano: nella Palermo di Faraone, Lupo e Cracolici il NO si afferma con il 72,3%, a Termini Imerese, Comune del " senatore della porta accanto", il NO ha raggiunto il 71,1%, a Belmonte Mezzagno, paese di Romano(ALA), il NO è arrivato a quota 78,6%. Nella città di Bianco e dei trasformisti Sanmartino e Sudano, Catania, il NO ha ottenuto il 74,6%, ad Enna città di Crisafulli ("vinco anche al sorteggio") il NO ha conseguito la percentuale del 70,4%. A Trapani città di Guicciardi, il NO ottiene il 69,8%. A Milazzo e dintorni, nonostante lo strenuo impegno di Currò passato dal Movimento 5 Stelle al PD, il fronte del NO ha sfiorato il 70%. Merita una citazione particolare il risultato di Sant'Angelo Muxaro, paesino di 1400 abitanti patria di Alfano, il SI ha ottenuto il 36%. A Messina e provincia la maggioranza che sostiene Renzi e Crocetta è solo narrazione, una favola a cui non crede più nessuno: il NO ha raggiunto quasi il 70% nonostante il lavoro dell'inventore del tweet #ciaone, commissario del PD. Che dire dei 100 comitati per il SI istituiti dall'irrottamabile Cardinale? A Mussomeli, suo paese, il SI ottiene un vergognoso 33%. Forse i cento comitati erano costituiti solo dai cento beneficiari della politica di Sicilia Futura. Renzi si è sentito un caudillo.
L'arroganza lo ha offuscato mentre la sete di potere e un IO ipertrofico non gli hanno fatto capire che una narrazione vera necessitava di uomini non di ominicchi o quaquaraquà. Più semplicemente doveva rottamare Crocetta e tutto il circo Barnum che lo sostiene.