"Guasti tecnici, ritardi imprecisati, sovraffollamento mettono alla prova ogni giorno milioni di cittadini che utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o studio. E mentre cresce ancora l'offerta del servizio ad alta velocità (+276% dal 2007 sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi si muove sulla rete secondaria, sugli Intercity e sui Regionali, dove invece si sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16 Regioni)".

Come ogni anno, con l'entrata in vigore dell'orario invernale, Legambiente lancia la campagna "Pendolaria", con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia e la lista delle 10 peggiori linee. "Nella classifica di "Pendolaria", la Sicilia è al quarto posto con la tratta Messina-Catania-Siracusa, ma occorre sottolineare che tutte le tratte dell'isola sono scomode e inefficienti, a danno dei cittadini, soprattutto i pendolari che sono letteralmente massacrati, e dei turisti, con solo 429 corse regionali in tutta la regione (sono 2.300 in Lombardia) - dice Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia - Su questa linea che collega tre grandi citta' siciliane, con intensi traffici commerciali e turistici negli ultimi 15 anni, i treni si sono ridotti del 41% e viaggiano meno veloci. Grave e' anche lo stato di degrado delle stazioni.

Se vogliamo cambiare il nostro stile di vita e' innegabile che invece di tagliare occorre investire sulle ferrovie. Sempre piu' persone, infatti - conclude Zanna -, preferirebbero il treno all'auto o al pullman, ma in Sicilia la strada e' ancora tutta in salita". La situazione per chi si muove in treno in Sicilia è sicuramente la peggiore d'Italia. I 5 milioni di abitanti dell'isola hanno rispetto a questo servizio meno diritti degli altri cittadini italiani, ma a pagarne le conseguenze sono anche i turisti, che si trovano di fronte a situazioni indegne di un Paese civile che fa parte dell'Unione Europea.

Per fare un esempio, ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 429 contro le 2.300 della Lombardia, una differenza di 5,3 volte, ma a livello di popolazione la Lombardia conta "solo" il doppio degli abitanti siciliani (10 e 5 milioni). E la situazione sta peggiorando. Un esempio sono i disagi che vivono ogni giorno coloro che si muovono lungo i 180 km della linea che collega Messina a Siracusa, passando per Catania. Stiamo parlando di tre grandi citta' siciliane, capoluoghi di Provincia, localita' turistiche e porti, il piu' importante aeroporto del Mezzogiorno e di una linea che collega molti importanti centri costieri. Su questa linea la velocita' media e' di 64 kmh e negli ultimi 15 anni i treni si sono ridotti addirittura del 41% e viaggiano meno veloci. Per fare un esempio, e' come se tra Firenze e Bologna, fossimo ancora nel 1980, senza Frecce e Italo, ne' una linea veloce.

Stazioni nel degrado. Un esempio dei problemi che vive chi viaggia sulla linea e' lo stato di degrado delle stazioni. Nel corso dell'ultimo anno la linea e' rimasta chiusa per 3 mesi per lavori di ammodernamento. Si tratta della velocizzazione di circa 47 km a binario semplice tra Bicocca e Augusta, parte della tratta Bicocca-Targia. Malgrado in alcune tratte i lavori si siano conclusi i disservizi rimangono anche perche', come spesso avviene in Sicilia, quello che interessa e' aprire cantieri.

Tratta "lumaca" e cronici guasti sui treni. Nessuno sta pensando a come aumentare la velocita', frequenza o tipologia dei  treni in circolazione. Proprio sul tratto non interessato dai lavori, Catania-Messina, sono stati frequenti anche nel 2016 i casi di guasti ai treni ed alla linea con conseguenti ritardi, anche di 2 ore, e soppressione delle corse.

Gli unici interventi programmati, ma solo in parte finanziati, sono infrastrutturali, come la tratta Giampilieri-Fiumefreddo, il cui raddoppio per 42 km è previsto dal contratto di programma di RFI già dal 2000. Si tratta di un'opera dal valore di 2,27 miliardi di euro, finanziata nel 2005 con 1.970 milioni di euro, ma che dopo le varie progettazioni, i vari studi di fattibilita', è ancora ferma. Ma il problema e' che si continua a ragionare, a Roma come a Palermo, al Ministero delle Infrastrutture come in Regione Siciliana, come se l'obiettivo sia di aprire cantieri, quando invece serve un progetto per migliorare il servizio lungo le linee ferroviarie siciliane, con treni finalmente nuovi e veloci, moderni e puntuali. Altro che il Ponte sullo Stretto.