La polizia di Messina sta eseguendo una vasta operazione nel territorio del Parco dei Nebrodi. Sono 33 le misure cautelari emesse dal gip di Patti, Andrea La Spada, su richiesta del sostituto procuratore di Patti Francesca Bonanzinga. Le indagini condotte dai poliziotti del Commissariato di Sant'Agata Militello e della Squadra Mobile hanno fatto emergere come le attività illegali iniziavano con furti di animali, maltrattamento e loro uccisione, fino alla macellazione clandestina e successiva vendita al pubblico, con messa in commercio di alimenti pericolosi per la salute, poiché privi di controlli sanitari e quindi ad altissimo rischio per la trasmissione di malattie infettive, quali la tubercolosi.

Nell'operazione di stamani della polizia denominata ''Gamma Interferon'', due persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e nove da ordinanza ai domiciliari. Sono stati notificati 18 obblighi di dimora, una persona è stata raggiunta da divieto di dimora e sono tre i veterinari sospesi dall'esercizio di pubblico ufficio.

Tra le persone raggiunte da misura cautelare ci sono allevatori e macellai, affiancati da medici veterinari in servizio presso l'Asp di Sant'Agata Militello, ciascuno con un preciso ruolo nell'organizzazione di una filiera illegale e clandestina delle carni parallela a quella certificata.

I nomi. Sono finiti in manette Biagio Borgia, 30 anni, di Militello Rosmarino e  Nicolino Gioitta, 48 anni, residente adAlcara Li Fusi ed uno dei capi dell'organizzazione. Ai domiciliari:  Tindara e Carmelo Ferraro, Tindaro Agostino Ninone, titolare di una macelleria di Mirto, Carmelo Gioitta e Salvatore Artino Inferno. Ai domiciliari anche Antonino Ravì Pinto, responsabile dell’area di igiene e salute dell’Asp ed i veterinari Fortunata Grasso, Sebastiano Calanni Runzo ed Antonino Calanni.

Obbligo di dimora nei comuni di residenza per gli allevatori Sebastiano Conti Mammamica, Carmelo Galati Massaro, Giancarlo Fontana, Nicola Faraci, Antonio Faraci Treonze, Antonino Calò, Giuseppe Calcò Labruzzo, Giovanni Girbino, Aurelio Claudio Paterniti, Vincenzo Maenza, Tommaso Blandi, Giuseppe Oddo, Gaetano Liuzzo Scorpo , Nicolò Calanni,  Luigi e Filadeflio Vieni,  Sebastiano e Salvatore Musarra. Un’ordinanza di divieto di dimora a Tortorici ha raggiunto Alberto Paterniti . Tre veterinari sono stati sospesi dal servizio. Si tratta di Nicolò Mamone, per un anno, Carmelo Scillia, per otto mesi  ed Onofrio Giglia, per sei mesi. Complessivamente sono 50 gli indagati.

Le indagini evidenziano che i due gruppi "convivevano" sul territorio senza scontrarsi, muovendosi in maniera autonoma e facendo riferimento a criminalità operante il primo su Tortorici, il secondo su Cesarò. Ciò che differenzia il primo gruppo dal secondo è il palese “salto di qualità” che quest’ultimo opera rispetto al primo. In tal caso, la filiera clandestina della carne è ulteriormente garantita dalla presenza di medici veterinari dell’Asp di S. Agata Militello. Sono loro a garantire la “legalizzazione” sulla carta con falsa documentazione e apposizione di marchi identificativi sugli animali provento di furto e a permetterne il transito attraverso le aziende del gruppo. I reati contestati sono abuso d’ufficio, falso, omissione in atti d’ufficio nonché diffusione di malattie degli animali e favoreggiamento.

Emersi episodi in cui la presenza di capi non identificati o peggio infetti non è stata registrata. Così come non è stata registrata la presenza di importanti quantitativi di farmaci irregolari e illegali da somministrare agli animali, il reperimento e l’utilizzo dei quali costituiscono un altro tassello nella filiera clandestina della carne destinati al consumo umano.