Politica
Il mesto Natale del PD e dei Cinquestelle
Dopo avere bocciato sonoramente la narrazione del renzismo, il Paese guarda dubbioso la maturazione del Movimento 5Stelle.
- 25/12/2016redazione
Non è un bel Natale per il PD e il Movimento Cinque Stelle. L'esito del referendum e lo sconquasso determinato dall'arresto di Raffaele Marra hanno minato la sicumera del PD e arrestato l'ascesa e la credibilità dei pentastellati. Motivi diversi ma stesso esito: perdita di fiducia e necessità di una profonda riflessione. Il M5S rappresenta l'argine democratico dell'insofferenza del Paese, il frangiflutti del disagio e della rabbia che cova nel tessuto sociale e nell'anima di gran parte degli italiani. Ha avuto una ascesa prorompente e potrebbe concludere questa corsa tagliando per primo il traguardo alle prossime elezioni politiche. Un muro si è erto, però, lungo questo percorso la cui scalata potrebbe arrestarne la corsa: l'insipienza della Raggi, sindaco della Capitale d'Italia. Roma non è una città come le altre, ha valenza e specificità peculiari che richiedono capacità amministrative di spessore. Raggi non ha dimostrato fino ad oggi particolari doti amministrative e politiche, al contrario ha dato di sè una immagine pasticciona, inconcludente e autoreferenziale. Ha evidenziato, il Sindaco pentastellato di Roma, una totale incapacità a governare financo l'ordinaria amministrazione.
È una ferita sanguinante per il Movimento 5Stelle e pone interrogativi inquietanti sulle capacità organizzative e governative della classe dirigente del Movimento stesso. I cittadini si interrogano e palesano inquietudine di fronte alle vicissitudini ingloriose e farsesche della esperienza Raggi. Il Movimento 5Stelle dovrebbe interrogarsi criticamente sulle modalità di scelta della classe dirigente e sulle conseguenze che l'inadeguatezza di tale scelta comporta. Amministrare Roma non è come amministrare un condominio, nè può bastare uno slogan morale ad effetto per nascondere incapacità e inadeguatezza. Il dubbio sulle capacità di governo dei 5Stelle che, i cittadini a ragione si pongono in conseguenza della vicenda romana, ha avuto il valore di una sentenza per il PD il 4 Dicembre con il voto referendario. Il Paese ha bocciato sonoramente la tracotanza, l'arroganza e i risultati della politica del PD. I mille giorni del governo Renzi sono stati giudicati pessimi e nocivi dal 60% degli Italiani. Il Caudillo di Rignano d'Arno si era impadronito del potere per arrestare l'onda grillina, migliorare l'economia e riformare la Costituzione. Non ha realizzato nessuna di queste promesse, ha invece diviso il Paese fra guelfi e ghibellini, accresciuto il divario delle diseguaglianze, aumentato il debito pubblico e la disoccupazione.
Nonostante proclami e propaganda non è riuscito a varare una riforma della giustizia e si è fatto bocciare la riforma della pubblica amministrazione dalla Corte Costituzionale. In compenso ha partorito il job-act, abrogato l'art.18 e approvato leggi bancarie per parenti di fidi apostoli e per amici. Il popolo ha detto basta bocciandolo sonoramente con il voto. Soffre il PD e tenta di medicarsi le profonde ferite che la perdita di consenso ha provocato , ma soprattutto teme di perdere il potere a cui è attaccato morbosamente. I cittadini vogliono impadronirsi della loro vita, vogliono farsi rappresentare da soggetti visibili non catapultati dalle segreterie di partiti inesistenti, vogliono essere protagonisti delle scelte sociali ed economiche, vogliono credere che esista un futuro possibile e un domani per i loro figli. Andando a votare hanno chiesto a gran voce tutto questo.
Il PD ha perso la scommessa e gli italiani non si faranno più abbindolare dalla narrazione di vuote parole, nel contempo il Paese osserva perplesso e dubbioso la maturazione dei cinquestelle. È un mesto Natale per il PD e il Movimento 5Stelle.
Pericle