La UIL-FPL e ANAAO-ASSOMED esprimono contrarietà e stupore rispetto al convenzionamento di una nuova Comunità Terapeutica Assistita (CTA) a Messina.

Pippo Calapai, Mario Macrì e Pietro Pata, rispettivamente segretario generale e responsabile area medica UIL-FPL e segretario regionale di ANAAO-ASSOMED manifestano le proprie riserve e giudicano “L’inopportunità dell’attivazione di una CTA con 20 posti letto, stante che nella provincia di Messina il fabbisogno di posti letto per tali strutture sanitarie è quasi del tutto soddisfatto. Infatti, a fronte di presunti 193 posti letto necessari per il territorio messinese ne sono attivi 184. Peraltro, senza liste di attesa e addirittura con circa 20 posti letto liberi e disponibili”.

I sindacati poi aggiungono: “Se proprio si deve utilizzare l’aggregato di spesa regionale al fine di realizzare nuove strutture sanitarie, lo si faccia per strutture sanitarie attualmente non esistenti nella provincia di Messina per il trattamento di pazienti fragili affetti da: disturbo del comportamento alimentare, autismo, dipendenze patologiche, abuso di alcool, etc. afferenti alla Salute Mentale”.

Calapai, Macrì e Pata concludono la nota chiedendo all’Assessore alla Salute l’immediata revoca del nuovo accreditamento che sicuramente potrebbe determinare danno erariale in quanto i posti letto accreditati sono ben oltre il numero previsto dalla normativa in vigore. Al DG dell’ASP di Messina, cui si sono rivolti lo scorso mese di settembre chiedendo ragguagli sull’accreditamento della nuova CTA, Gaetano Sirna chiedono un suo immediato intervento presso l’Assessore stante che lo stesso è a piena conoscenza della reale situazione dei posti letto nelle CTA dell’ASP di Messina. “Nulla contro l’azienda che intende realizzare la Comunità terapeutica assistita - concludono i sindacalisti – ma ci sembra più opportuno visti i tagli previsti dal decreto Balduzzi nel settore pubblico, che l’ASP di Messina si preoccupi di accreditare nuove strutture sanitarie, attualmente non esistenti nella provincia di Messina che andrebbero a ricoprire quel fabbisogno ancora scoperto, onde garantire una più ampia offerta sanitaria, peraltro differenziata, creando nel contempo nuovi posti di lavoro. E chiedono il ritiro in autotutela dell'accreditamento”.