Siamo stufi dell’arroganza del manager del “Papardo”. Michele Vullo per l’ennesima volta utilizza lo strumento della “minaccia della querela” per intimorire i giornalisti. L’icona dell’Antimafia utilizza questi mezzi per intimidire chi esercita la professione giornalistica. La mail spedita ieri pomeriggio dal governo clinico del Papardo alle redazioni messinesi dei siti Internet è come la bottiglia di benzina che gli estortori ripongono innanzi ai negozi di chi si rifiuta di pagare il pizzo. Il torto dei giornalisti è solo quello di avere pubblicato un comunicato stampa della Commissione parlamentare regionale Antimafia, che dà notizia dell’avvio di un’istruttoria sul conto di Michele Vullo.

E lui, invece, di replicare alla notizia, magari affermando che il suo curriculum è lindo, minaccia querele con quella formula odiosa “Ho dato mandato ai miei avvocati di verificare la possibilità di adire le vie legali nella parte in cui alcune testate associano, con evidenti allusioni diffamanti, il termine antimafia alla mia persona”.

La “minaccia” di una querela è diretta solo ai siti internet, ma si guarda bene Michele Vullo dal citare le televisioni che hanno anche dedicato il titolo alla notizia. Caro Vullo, siamo certi che lei troverà il tempo per affidare l’incarico ad un legale che pagherà con i soldi pubblici per depositare l’ennesima querela contro il nostro giornale, ma ci creda oltre che essere uno scarso manager (leggasi i risultati della produttività del 2015), è anche una persona antipatica.

Non se la prenda a male, ma non riusciamo a utilizzare altro aggettivo per definire la sua condotta nei confronti di chi esercita liberamente la professione giornalistica.

Ci piacerebbe che oggi stesso lei potesse provare, carte alla mano, che le denunzie dei sindacati sono solo invenzioni, siamo disposti ad ospitare la documentazione attestante il suo contratto a tempo determinato con la Santobono Pausilium di Napoli. Vorremmo inoltre che lei alla Commissione parlamentare Antimafia spiegasse come mai il suo ex manager Claudio Clini (oggi pensionato), s’è aggiudicato una selezione pubblica al Papardo essendo stato l’unico partecipante.

Vorremmo anche che spiegasse altre vicende poco chiare denunciate dai sindacati come l’affidamento diretto di servizi alla “Deloitte” e alla “Maddalena”. Ecco vorremmo che facesse chiarezza, invece si minacciare querele al mondo interno.

Abbiamo l’impressione, vista la sua reazione, che lei appartenga alla folta schiera dei “professionisti dell’Antimafia”. Vorremmo sbagliarci anche su questo. Intanto, le piaccia o no, la Commissione parlamentare Antimafia su occupa di lei: Michele Vullo. Ci scusi ancora se associamo il suo nome all’Antimafia… senza allusioni!