La foto è stata scattata alle 8,45 di oggi. Siamo in via Primo Settembre, in pieno centro, non si scorge una sola vettura in transito. E’ l’effetto della rivoluzione dal Basso.

O se volete l’effetto-Accorinti, il sindaco capace di scatenare la desertificazione della città. I giovani scappano, i messinesi che coraggiosamente rimangono in città se ne stanno tappati in casa, timorosi di mettere il naso fuori. Non può reggere l’alibi delle scuole chiuse, altra cialtroneria del sindaco, perché da inizio anno la città è come se si fosse svuotata.

Al mattino, così come alla sera non si denota il movimento di un tempo e se è vero – cito me stesso – che ciò che si muove produce economia, allora possiamo asserire senza tema di smentita che Messina sta vivendo una nuova crisi. Del resto i commercianti si lamentano perché la stagione dei saldi non decolla, i negozi sono vuoti. Ieri, alle 18,30, in via dei Mille, i negozianti che vogliono pervicacemente l’Isola pedonale si ruotavano mestamente i pollici. E che dire di via San Filippo Bianchi, quella strada chiusa per Natale e che continua ad essere chiusa e deserta ad ogni ora. Ma in che città viviamo, caro Accorinti. E vogliamo parlare delle scuole, chiuse per sette giorni per manifesta incapacità.

Doppia, per la verità, visto che il gabinetto del sindaco ha dovuto predisporre due ordinanze perché la prima era completamente sballata. Ma in che mani siamo finiti? Nelle mani di “nuddu”, dicono i messinesi. Appunto, nelle mani di nessuno. Il problema delle scuole era noto a tutti da un anno: il problema s’è ripresentato a distanza di 12 mesi dopo le polemiche del precedente anno scolastico. Ma non s’è fatto nulla per rimediare. E il sindaco dei paradossi mentre apre ai clochard le porte del Comune, chiude allo stesso tempo quelle delle scuole. Come se i nostri giovani avessero meno diritti degli ultimi.

Caro Accorinti, ci hai stancato.

Davide Gambale