Politica
Mandateli a casa senza perdere tempo!
La firma di Peppuccio Santalco ha riaperto il tema della sfiducia. Se Pd e Dr sono coerenti il documento approderà in aula
- 14/01/2017redazione
Giorni contati per il sindaco di Messina Renato Accorinti? Sembrerebbe proprio di sì. La “valanga” della sfiducia s’è rimessa in moto dopo che ieri è arrivata una firma molto pesante.
Quella di Peppuccio Santalco – senza nulla togliere alle precedenti che hanno pari dignità politica – rappresenta il segnale di un malessere generale che sta contaminando un po’ tutta la politica messinese. Sebbene il capogruppo di “Felice per Messina” abbia detto che si tratti di un’iniziativa personale, è evidente che dietro la firma ci sia una condivisione con i vertici dell’area di riferimento.
La notizia della firma di Santalco ha generato entusiasmo nei cittadini, ormai stanchi di un’amministrazione che definire inadeguata sarebbe quasi un complimento. Le conseguenze di quasi quattro anni di scelte insensate e prive di fondamento logiche si stanno manifestando adesso con i cittadini che ragliano rispetto alle privazioni. Il commercio sta segnando il passo perché l’amministrazione non va incontro alle esigenze dei commercianti.
Le scuole sono sulla bocca di tutti per le vicende arcinote dei riscaldamenti; le strade sono piene di buche, la spazzatura inonda le strade. L’unica cosa che funzione è l’Atm, per questo bisogna dare merito al sindaco per avere scelto un manager che il nostro giornale aveva critica. Sbagliando. Ma per il resto, solo fuffa da parte di un’amministrazione di fantasmi. E non può bastare l’iperattivismo di Luca Eller, capace di rimettere i conti a posto.
Ma per non spegnere l’entusiasmo della gente è necessario che alla sfiducia vengano apposte altre 4 firme (bastano quelle del Pd o dei Dr), ma ciò che è più importante è che la sfiducia passi alla prova del voto in aula. Ma occorre fare in fretta perché dopo il 24 giugno non è più possibile mandare a casa il sindaco. E, ipotizzare un altro anno con Accorinti è come spingere i messinesi a scappare dalla propria città.
Davide Gambale