Erano l'incubo dei commercianti per spregiudicatezza e velocità d'esecuzione. All'alba, la polizia li ha arrestati, ponendo fine all'attività criminosa. Sono gli autori delle rapine ai danni di cinque esercizi commerciali messinesi, messe a segno tra settembre e gennaio scorsi, due delle quali perpetrate in rapida successione, a venti minuti di distanza una dall’altra.

A seguito dell'intensa attività di indagine condotta dai poliziotti della Squadra mobile, il Gip del Tribunale di Messina, Daniela Urbani, su richiesta del sostituto procuratore, Piero Vinci, ha emesso ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di: Salvatore Di Paola, 28 anni; Antonino Mangano, 35 anni; Andrea Giacalone, 31 anni, Vincenzo Nunnari, 60 anni. Diversi i reati contestati, a vario titolo, tra cui rapina aggravata, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, sequestro di persona, favoreggiamento personale, ricettazione.

Primo colpo ad una gioielleria. L’inizio delle indagini dei poliziotti risale al 1° settembre quando, a finire nel mirino dei rapinatori, ci fu una gioielleria del viale San Martino, assaltata in pieno giorno, intorno alle 13. Un bottino importante in quel caso, gioielli per un valore complessivo di più di 50mila euro. E una spregiudicatezza evidente già al primo episodio: i criminali costrinsero le dipendenti dell’esercizio commerciale ad aprire le vetrine afferrandole per il collo. Rastrellarono velocemente i preziosi per poi dileguarsi.

Colpite il 13 dicembre una macelleria e un tabacchi, la prima alle 18.50 in corso Cavour, la seconda, venti minuti dopo, in piazza San Clemente. Circa 7.000 euro racimolati insieme ad altri valori, un portafogli griffato, carte di credito e tagliandi per il parcheggio in città. Stavolta i rapinatori hanno utilizzato un’arma, una pistola con una canna piuttosto sporgente ed evidente, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza e rinvenuta dai poliziotti dopo il quarto colpo, lo scorso 29 dicembre, ai danni di un’agenzia assicurativa. Una Bernardelli semiautomatica calibro 7,65 con la matricola abrasa che uno dei malviventi perse durante la fuga, insieme ad una scarpa.

La pistola aveva cinque cartucce nel serbatoio e una camerata in canna, pronta a fare fuoco. I malviventi la puntarono contro i dipendenti dell’agenzia di assicurazioni, minacciando di usarla perché “noi in Romania facciamo così”. Più volte infatti criminali si sono spacciati per cittadini rumeni, ostentando un accento straniero e ripetendo, più volte, durante le rapine, di esserlo.

Un dettaglio importante rilevato dai poliziotti durante le indagini che si è andato sommando ad altri legati al mezzo usato per scappare dopo i colpi, ai tratti somatici e alle fattezzedei criminali, nonché all’abbigliamento usato. Un abbigliamento su cui le successive intercettazioni telefoniche hanno dimostrato che i rapinatori sceglievano in base al colore che avrebbe “portato più o meno male” al buon esito del colpo. Ultima rapina perpetrata dagli odierni arrestati quella del 12 gennaio scorso, intorno alle 19.00 -la più violenta – ai danni di Messinsaldo.

I dipendenti sono stati minacciati con coltelli, spinti a terra e rapinati di tutto -borsa, preziosi, cellulari, orologio - razziati dopo aver preso il contenuto della cassaforte, circa 900 euro in tutto. Sono stati rinchiusi dentro il bagno dell’ufficio da cui, solo in seguito, sono riusciti a dare l’allarme. Grazie al lavoro di indagine dei poliziotti gli autori delle cinque rapine sono ora in carcere. Una quinta persona raggiunta oggi da misura cautelare agli arresti domiciliari, è latitante ed attivamente ricercata dalle forze di polizia.