La deputata del gruppo Grande Sud Cantiere Popolare verso Forza Italia e componente della commissione Sanità, Bernadette Grasso, ha commentato il recente decreto dell’assessore Gucciardi che contiene disposizioni relative al riordino della rete dei laboratori d’analisi: “Il futuro dei laboratori d’analisi siciliani - spiega la deputata - non può essere rappresentato dai consorzi obbligatori, si pensi invece ad un modello di riorganizzazione alternativo, con al centro il contratto di rete, già normato dalla legge 33/2009 e in relazione a quanto stabilito dall’accordo Stato-Regioni del 2001. La Regione rispetti nel frattempo la sospensiva del TAR, al quale si sono rivolti i rappresentanti dei laboratori, in attesa del giudizio del tribunale stesso prevista per il prossimo mese d’aprile”. “Il contratto di rete - continua Grasso - è dunque la soluzione a cui ispirarsi, così come proposto nell’emendamento alla legge di stabilità regionale in esame in commissione Bilancio all’ARS. Le organizzazioni dei laboratori, che hanno evidenziato e documentato criticità e debolezze del modello proposto dall’assessorato regionale, ritengono che questo finirebbe per privare di autonomia i singoli soggetti giuridici. La commissione Sanità è pronta ad ascoltare le motivazioni dell’assessore Gucciardi, dando vita ad un tavolo di confronto costruttivo. Al di là degli aspetti giuridico formali, ci preme garantire la tutela della salute dei cittadini anche attraverso prestazioni diagnostiche e di laboratorio eseguite nel rispetto degli standard di qualità”. E conclude: “Appare infine singolare che in un quadro giurisprudenziale contrapposto l’assessorato alla Salute abbia dato mandato alle Asp di procedere al recupero delle somme derivanti dalla mancata applicazione del decreto Bindi, nei confronti dei laboratori che non hanno presentato ricorso. Così facendo ha di fatto generato una disparità di trattamento rispetto ad una vicenda la cui responsabilità generale non può ricadere sui laboratori ma, esclusivamente, su chi non ha vigilato sulla sovrapposizione tariffaria, determinando la contestata cifra che il Governo, già nell’esercizio finanziario 2013, aveva iscritto in entrata nel bilancio della Regione, salvo poi fare marcia indietro, nell’esercizio successivo, e su cui, ancora oggi poggia un esposto alla Procura generale della Corte dei Conti”.

Paolo Fabrizio Mustica