Due anni fa la chiusura del centro dopo che l’Asp ha provveduto alla revoca dell’accreditamento. In ventiquattro mesi, nonostante i ricorsi e le sollecitazioni politiche, il “Crd”, presieduto da Luigi Cangemi continua a rimanere sospeso nel limbo.

Così come i 22 lavoratori che per 11 anni hanno prestato servizio presso la struttura riabilitativa di Contesse. La “Crd” aveva un aggregato di spesa da oltre 800mila euro e forniva anche prestazioni domiciliari oltre che ambulatoriali, con elevata professionalità. “Il contratto d’affitto del centro era in scadenza – racconta Luigi Cangemi, presidente della Onlus– e ci siamo messi subito in moto per reperire un nuovo locale dando comunicazione all’Asp. In un primo momento ci è stato comunicato che avremmo avuto 30 giorni di tempo, poi all’improvviso il termine s’è ridotto ad una settimana. Ovviamente non ce l’abbiamo fatta e così ci è stato revocato l’accreditamento”.

La vicenda della “Crd” è finita anche all’Assemblea regionale siciliana con una interrogazione di Franco Rinaldi (Forza Italia), il quale ha chiesto lumi riguardo le procedure di revoca dell’accreditamento di una struttura che dava da lavoro ad oltre venti famiglie. L’interrogazione è stata presentata lo scorso 29 giugno, ma il parlamentare non è rimasto soddisfatto della risposta fornita dall’assessorato e così nei giorni scorsi ha presentato un nuovo atto parlamentare.

Il riscontro fornito da Dipartimento Servizio I Accreditamento istituzionale dell’Assessorato alla Salute – si legge nell’interrogazione – appare incompleto ed inidoneo a giustificare il procedimento adottato nei confronti della Crd. In particolare il procedimento risulta viziato per assenza di documenti rappresentati nel contesto dell’interrogazione”. Il parlamentare regionale chiede attraverso l’atto parlamentare indirizzato al governatore Rosario Crocetta, all’assessore alla Salute Baldo Gucciardi, e al manager dell’Asp Gaetano Sirna, se non ritengano opportuno attivarsi per verificare l’opportunità di disporre la sospensione della revoca. Giova, infine, rilevare che i posti di riabilitazione assegnati a suo tempo alla “Crd” sono stati redistribuiti nei centri esistenti nel messinese, molti dei quali sono finiti in provincia.