Regione
G7: occupata Facoltà di Lettere a Palermo
Lo hanno reso noto gli studenti questa sera: "Intendiamo svolgere dibattiti e confronti sulle motivazioni della contrarietà al G7"
- 24/02/2017redazione
Studenti universitari hanno occupato oggi pomeriggio la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo al fine di poterne utilizzare i locali, nei giorni in cui i locali rimangono chiusi, per svolgere una due giorni di dibattiti, assemblee e approfondimenti miranti a sviscerare e discutere collettivamente la contrarietà al meeting del G7 previsto per il 26 e 27 maggio a Taormina.
"Risale a circa un mese fa la creazione della pagina facebook 'La Sicilia contro il G7' che si è fatta interprete, attraverso un grande tam tam, - si legge in un comunicato stampa - del forte e diffuso dissenso allo svolgimento del meeting delle sette grandi potenze mondiali in Sicilia, un dissenso sentito e espresso anche dagli studenti universitari coscienti di come i piani e i processi di sviluppo dettati e determinati dall'alto dalle grandi potenze mondiali sulla base delle classiche logiche di mercato e profitto si rispecchiano e abbiano delle dirette ricadute sul sistema universitario. Da questa stretta connessione fra G7 e sistema universitario nasce l'idea, uscita nel corso di una assemblea studentesca, di occupare i locali di Lettere e Filosofia così da ospitare l'Assemblea Internazionale “Fora U G7” diffusa tramite evento dalla pagina sopra citata e che è frutto di una serie di incontri preparatori e organizzativi realizzatisi in diverse città della Sicilia.
“Con l'occupazione studentesca della facoltà possiamo dire che prende ufficialmente inizio la mobilitazione contro il G7 in Sicilia, una mobilitazione di cui noi studenti saremo assolutamente protagonisti perché fermamente coscienti di come l'università di oggi sia specchio di interessi privatisti e di potere. La riforma Moratti e la riforma Gelmini hanno causato la diminuizione progressiva dei finanziamenti statali agli Atenei e costretto i ricercatori e gli aspiranti tali ad una stato di totale precarietà.
In quest'ottica le università diventano collettore e mediatore di piccoli, medi e grandi interessi economici e speculativi, per lo più locali e regionali ma anche nazionali e internazionali .Ecco che l' università assume le vesti del marketing territoriale tentando di diventare una sola cosa con esso. Sono le aziende che decidono i progetti di ricerca, sono loro che stabiliscono budget e condizioni di lavoro perchè sono loro i finanziatori.