E’ stata costituita più di due settimane su approvazione del Consiglio Comunale ma i lavoratori di fatto dipendono sempre dalla vecchia società di raccolta rifiuti. La Messina Servizi Bene Comune ha bisogno di un ulteriore passaggio per diventare realtà ovvero l’assegnazione del servizio in tempi rapidi che non può prescindere da un altro voto in Aula della rappresentanza consiliare. Al momento, il provvedimento è in stand by dopo l’iter d’esame in Commissione Partecipate e i 510 dipendenti della Messinambiente attendono il parere del magistrato sul piano concordatario per evitare il famoso fallimento. La società di nettezza urbana e l’Amministrazione Accorinti sperano di ottenere 120 giorni ovvero il massimo del tempo dal giudice Giuseppe Minutoli per organizzare la trasformazione nella NewCo. A dirlo sono il Commissario liquidatore Giovanni Calabrò e l’assessore al ramo Daniele Ialacqua. Gli avvocati Parrinello e Paolo Vermiglio incaricati dagli uffici di via Salandra seguono la vicenda in Tribunale. Ma sottolineiamo che il piano di recupero è stato studiato dalla Società Internazionale di Revisione PwC (PricewaterhouseCoopers).  

Si è rischiato un “caso politico” addirittura solo per il transito della delibera di affidamento del servizio dalla I Commissione alla V di Ambiente e Sanità. Il motivo? Qualche consigliere come Pagano e Gioveni chiedeva il dibattito di parecchi emendamenti quando, invece, la presidente Barrile aveva già trasmesso il voto della Commissione. La direzione obbligata è sempre dalla Commissione all’Aula e da lì può ritornare in Commissione per altri approfondimenti, in questo caso per il controllo del settore Ambiente. Su tutte le furie per la titubanza della Barrile sia l’ex presidente di V Commissione Rita La Paglia che il capogruppo Carreri. In effetti, 510 equivalgono solo all’indotto della Messinambiente, ma esiste anche l’organico dell’Ato 3 con un’altra cinquantina di dipendenti che devono confluire nella NewCo in un secondo step. “L’udienza fallimentare si è svolta lo scorso 22 febbraio ma ancora il Collegio non si è espresso” - ribadisce Calabrò.

Le Segreterie sindacali di Cgil con Clara Crocè, di Fit Cisl con Lillo D’amico e Rosaria Perrone e della UilTrasporti Silvio Lasagni- avevano tirato un sospiro di sollievo sapendo che la categoria sarebbe stata tutelata in questo delicata operazione di cambiamento, senza perdere per strada alcuna forza lavoro. “Gli impiegati del settore sono i primi ad operare in condizioni estreme - puntualizzano le parti sociali - mentre la popolazione eroga una tassa elevatissima per ricevere un pessimo servizio”. Tutti gli atti devono essere monitorati conseguenti alla costituzione della nuova società.

"Noi abbiamo necessità di muoverci - avverte Calabrò - perché la nostra società gestisce ambientali/essenziali quindi dobbiamo avere contezza della liquidità legata alla scelta dell'assessore al Bilancio. La NewCo andrà a subentrare alla Messinambiente secondo il piano concordatario. Entrambe, la vecchia e la neo formata, cammineranno in parallelo fin quando la vecchia non verrà completamente assorbita. Il cantiere di Taormina, che fa capo sempre a Messinambiente, rimarrà nel comune dello Jonio insieme ai suoi 37 lavoratori quando si attuerà questo passaggio con un'altra società attraverso il piano Aro. Il passaggio Ato M3 sarà seguito dal Commissario Michele Trimboli con le sue 50 risorse umane. Nell'idea dell'Amministrazione, l'Ato dovrà collaborare con la nuova realtà facendo transitare il suo personale".  

"C'è carenza di dirigenti all'interno del Municipio - fa risaltare il Commissario della società -. Anche se per malattia, una persona del Dipartimento Igiene e Sanità manca da due mesi. Questo può rallentare le funzioni all'ìinterno di una Partecipata. Corriamo il pericolo di restare impantanati se non viene ad aiutarci una persona competenete come l'ex assessore Eller che ha dimostrato di essere bravo. Noi presentiamo una liquidità garantita dalla fatturazione che emettiamo al committente e dalla liquidità che il committente ci dà per pagare i servizi. Non possiamo fermarci e, visto che il committente è Palazzo Zanca, speriamo che si sistemi la situazione con il rimpasto delle deleghe".               

Marcella Ruggeri