Troppo spesso dimentichiamo, oppure mettiamo da parte,  il nostro orgoglio siciliano in favore di un più alto orgoglio nazionale.

Ma, durante il concerto di Rita Botto  e la Banda di  Avola,   andato in scena sabato  scorso  nell’incantevole cornice del Teatro Placido Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto, tutto ciò che rappresenta la nostra bellissima terra, con le sue sorprendenti e magiche sfaccettature, nonché la nostra identità siciliana, sono  venute  prepotentemente fuori.

Ha avuto, dunque, esito favorevole  un evento che, se vogliamo, rappresentava la scommessa nascosta all’interno  dell’intera rassegna teatrale, ideata dal direttore artistico Sergio Maifredi.

Nonostante l’esiguo numero di partecipanti, dovuto al sovrapporsi di eventi culturali avuti luogo nella stesa sera, l’artista, accompagnata dai bravissimi musicisti della  Banda di Avola,  diretta dal Maestro Sebastiano Bell’Arte,  ha  travolto gli spettatori  con  un entusiasmo e un ritmo difficile da contenere, proponendo un repertorio  di  canzoni  che furono interpretate dalla grande Rosa Balistreri.

Canzoni, queste,  della grande tradizione canora siciliana, ma scevre  dal clichè folkloristico siciliano,  che hanno acceso nel pubblico  un forte spirito di appartenenza, tale da ingrandirsi sempre di più ad ogni brano.

Ancora un successo, dunque,  per il  direttore artistico del teatro barcellonese, dettato stavolta, non dall’ennesimo sold out  ma, dalla partecipazione della gente,  che per la prima volta,   dopo moltissimo tempo, sentiva di essere stata coinvolta in qualcosa che veramente denotava la loro identità; uno spettacolo  lontano dagli stereotipi visti e rivisti nei film di repertorio, che raccontava  la loro storia, le tradizioni  e il loro coraggio, capace di fargli superare a testa alta le più  grandi difficoltà.

Emozionante, infine, l’omaggio che l’artista Rita Botto ha voluto rendere al grande Lucio Dalla, intonando il brano dal titolo  E dire che ti amo, perla rara di ineguagliabile bellezza.

Entusiasmo  e allegria sono  dunque le parole che meglio definiscono questo grande successo, ennesimo tassello nel lungo racconto ideato da Maifredi, che,  pagina dopo pagina, sta portando il  Teatro Mandanici agli antichi splendori di un tempo.