Non hanno avuto pace nel loro andare e venire dai centri di accoglienza italiani. Ma i profughi sono in cerca di un rifugio che si possa chiamare tale e i cittadini che li ricevono in nome di un più alto senso civico o della cosiddetta "pietas", dettata da altro sentimento che sia cristiano o di altra religione, sperano non ci sia una "pura e semplice invasione". Ma il giro di risorse economiche per questo scopo ovvero per la famosa realizzazione di un Hotspot sarebbe incredibile.

"Entro fine mese" nasceranno altri due hotspot, "a MESSINA e a Mineo", che si andranno ad aggiungere a quelli di Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto. Lo ha sentenziato il Capo della Polizia nazionale Franco Gabrielli, durante il suo intervento nell'audizione della Commissione migranti. Seconodo il dirigente forse l'isola più a sud d'Italia si presta a questo stile di vita, a questa ventata di solidarietà ma vantare ben SEI HOTSPOT in tutta la regione forse non è sempre la misura del grado di civilità. Chiaramente per Messina, la location dovrebbe ricadere sulla caserma Gasparro a Bisconte.       

La città dello Stretto si è rivelata protagonista e teatro di molteplici sbarchi fino a domenica scorsa al Molo Marconi, con oltre 250 persone salvate sempre nel Canale di Sicilia. Questo momento decisivo sembra essere esploso dopo tante frasi declamate dal Ministero della Difesa per la concessione di eventuali caserme allo scopo di ospitare i migranti. Il momento si è palesato oggi con la dichiarazione di Gabrielli senza mezzi termini e senza possibilità di fraintendimenti.  

Il plotone degli sfavorevoli in città si è raggruppato in modo trasversale e massiccio. La scorsa estate ancora in fase di dibattiti nella sede di Roma, si è trovato lo slancio per alzare un muro fatto da Forza Italia, a livello regionale dalla deputata Mariella Gullo e sostenuta dai consiglieri comunali che si sono opposti all'idea di vedere il formarsi di un ghetto ampio, ma pur sempre un ghetto nel cuore della III Circoscrizione. La zona di Bisconte avrebbe avuto bisogno di una riqualificazione generale e non di essere affossata. A questo proposito, anche la capogruppo di Ncd Daniela Faranda e Rifondazione Comunista hanno detto la loro con grande convinzione e conoscenza dell'argomento. I contributi della Faranda risalgono addirittura al 2013,

A distanza di un paio di mesi dalla chiusura della tendopoli inquietante e squallida nel villaggio Annunziata, nell'ex campo di rugby, su disposizione della prefettura, con il nuovo prefetto Ferrandino, non possiamo non ricordare che anche il presidente del III quartiere Lino Cucè si è battuto per non sottostare alle risoluzioni del Governo centrale. Tutti all'unanimità contro il ministro degli Interni Angelino Alfano.              

Marcella Ruggeri