Al via i sondaggi della Protezione civile sul pilone del viadotto Sant'Antonio della via Mario e Nicolò Garipoli. Una speciale apparecchiatura ha scavato il terreno per verificare la consistenza della struttura. Dai prelievi sono emersi i pezzi di terreno che saranno, poi, oggetto di un resoconto geologico.

E' emersa la consistenza del pilone che manifesta, stando ad una prima analisi visiva, presenza di cemento armato, ancora in ottimo stato ed anche strutture in ferro. Si è andati con i "carotaggi" fino alla base del pilone ed il terreno sottostante. 

Ad effettuare questo primo studio, comunque già preventivato, è stata la Geosicilia, impresa coordinata da Salvatore Perdichizzi. Intanto il Comando Vigili del fuoco di Messina ha ritrovato elaborati di 40 anni fa con i progetti della strada e quindi anche del pilone che si insinuerebbe nel terreno per, addirittura, undici metri. Come è noto si sta cercando di effettuare una corsa contro il tempo non solo in ottica G7. A rischio è il movimento dei croceristi a causa del divieto di transito per i mezzi superiori ai 35 quintali sul viadotto Sant'Antonio ubicato lungo la via Mario e Nicolò Garipoli. Il ponte, com'è noto, risulta essere minacciato da uno smottamento causato dalle precipitazioni atmosferiche. Si cerca, adesso, di fare in modo che non ci siano pericoli di crollo della struttura.

Qualora, il responso fosse positivo, si potrebbe tornare alla normalità anche dal punto di vista turistico. Sono previsti lavori che prevedono anche per la principale via di accesso a Taormina il risanamento superficiale del manto stradale; predisposizione di nuova segnaletica orizzontale, sostituzione di parte della segnaletica verticale, sostituzione delle barriere metalliche in prossimità dello svincolo autostradale e ripristino dei tratti di barriera visibilmente danneggiati. Il tutto rientra nel piano relativo al G7 che si occuperà di almeno dieci chilometri di strade.

Mauro Romano