Al ritmo di "Azzurro" e de “Il ragazzo della via Gluck” o ancora dei brani di Mannarino e canti a squarciagola, le chitarre hanno creato un’atmosfera di appassionante solidarietà. Gli organizzatori non hanno suonato le trombe ma la chiamata trionfale per stringersi al dramma occupazionale degli ex Servirail ha radunato tutte le vertenze cittadine che hanno voluto e sentito il bisogno di intervenire. Muniti di scaletta come da show programmato i 25 ex lavoratori, un tempo facenti capo alla società Ferrovie dello Stato, hanno acceso un falò senza fuoco laddove si stanno impegnando a farsi ascoltare da più di 30 giorni.

Perché aspettare il 1° maggio per festeggiare i lavoratori. L’occasione fuori stagione è stata ieri a piazza Cairoli, un primo maggio estemporaneo nello spirito ma programmato per tenere alta la tensione sulla problematica occupazionale. L’idea è di innescare una scintilla di speranza in questa città e propagarla per un futuro migliore. Quello che conta è esserci. #Ognigiornoèprimomaggio è il motto per invitare tutti i protagonisti e non vittime delle vertenze aperte in riva allo Stretto. Tutti sono chiamati in causa, chi vorrà sarà il benvenuto: dagli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele che fino da oggi hanno visto i vertici dell’Ente prendersi gioco di loro con la contraddizione di una pianta organica mai esaminata e convalidata, ai lavoratori Ferrotel, da quelli della Terminal Tremestieri ai dipendenti dei servizi sociali e delle mense che, da quasi un anno, brancolano nel buio di bandi non banditi, senza percepire salario e con il countdown di fine aprile. «Sarà una festa del Lavoro anticipata che ci farà riempire la piazza accanto ad altri disoccupati/ licenziati – dichiarano - . Perché in un territorio dove la priorità è il Lavoro, ogni giorno è giusto per mettere al centro del dibattito economia e sviluppo».

Gli ex Servirail non vogliono essere soccorsi ma sostenuti da istituzioni, associazioni e comuni cittadini, senza imbarazzi o volontà di dare un contributo con i racconti delle esperienze personali, con i propri suggerimenti, possibili soluzioni ad incognite radicate nella storia di questo territorio sconnesso. La musica e la poesia non possono aggiustare le cose ma possono accompagnare, anche solo per una serata, queste persone che ci offrono un dramma e uno spettacolo di rispettabilità tutti i giorni. “Non pensate che una testimonianza sul tema del lavoro non sia fondamentale - dicono gli ex lavoratori dei treni -. Il falò senza fuoco a riunire le menti e le energie positive”.

Marcella Ruggeri