Cultura
Quando un uomo comune cade non fa tanto rumore
Si è tenuta martedì 11, presso la Feltrinelli, la presentazione del libro “Ultima la luce” di Gaia Manzini. Dialogano con la scrittrice, Anna Mallamo e Nadia Terranova.
- 13/04/2017redazione
«Quale parte di Sofia aveva amato di più? Quella che aveva avuto sotto gli occhi o quella che si sottraeva? La sua natura enigmatica aveva reso enigmatica anche la loro vita insieme. Insolubile.»
Terzo libro, pubblicato per Mondadori, Ivano, il protagonista principale, è un uomo come tanti, Gaia dice “quando un uomo comune cade non fa tanto rumore”. Per tutta la vita ha cercato di costruire la sua felicità e ha sempre creduto di esserci riuscito. Il lavoro di ingegnere, una bella famiglia: un piccolo capolavoro di stabilità, finché Sofia, sua moglie, viene a mancare e lui si trova improvvisamente libero e solo, incapace di capire se esista ancora un Ivano senza Sofia, una donna dal carattere forte e capace di organizzare la vita di chi gli sta intorno. Decide allora di partire per Santo Domingo, dove il fratello si è ritirato dopo anni di lavoro nella finanza. Lì incontra Liliana, una donna spontanea e fragile come una bambina, e se ne sente attratto. Sull'isola, però, Ivano intuisce che qualcosa non va: il fratello, con il quale ha sempre avuto un rapporto di grande complicità, si comporta in modo strano, sembra un altro.
Riconsiderandoli a distanza, molti fatti e persone della sua vita gli appaiono diversi da quello che ha sempre creduto. Prima tra tutti sua moglie, nonostante quarant'anni di vita insieme, e poi la figlia Anna, rimasta a Milano: reticente, ostile, asserragliata in una vita che il padre non ha mai compreso. Quello che Ivano scoprirà riguardo al passato finirà per rompere gli argini in cui la sua esistenza è sempre scorsa tranquilla. Eppure, quando tutto è sul punto di crollare, si prospetta una seconda occasione, la possibilità di un nuovo inizio.
Gaia Manzini ci porta in un mondo borghese ben preciso, racconta le illusioni intorno alle quali creiamo la nostra felicità e dà voce a una generazione che negli anni del Boom si è costruita un'idea luminosa di futuro a costo di rifiutare le proprie radici.
«Acqua, luce: era la vecchia litania che gli aveva insegnato suo padre per tenere il ritmo della respirazione. “L’importante però è finire con l’acqua... ultima la luce” era solito aggiungere ridendo»
Serena Votano