Cronaca
Falsa eredità, due messinesi arrestati a Patti
I due presunti truffatori avevano raggirato un uomo di 77 anni, fondamentale l'intuito della figlia della vittima. Recuperati 15mila euro
- 28/04/2017redazione
Ce l’avevano fatta. Erano riusciti a truffare al malcapitato di turno la bellezza di 15mila euro. Carmelo Discolpa ed Antonino Micali, messinesi, entrambi 67 anni, personaggi già noti alle forze di polizia, sono gli autori della cosiddetta “truffa dell’eredità”, messa a segno a Patti, ai danni di un settantaseienne. Il canovaccio è sempre lo stesso: uno dei due truffatori avvicina la vittima in strada chiedendole se conosce il signor “X”, in questo caso un inesistente medico che in passato ha curato e guarito il padre anziano, prossimo alla dipartita ed intenzionato a donare al medico una grossa somma per ricompensarlo. A questo punto entra in scena il secondo truffatore che conosce il medico e comunica che lo stesso è deceduto anni addietro. Cosa fare della grossa donazione? Il primo truffatore è disposto a cederne un’ingente parte ai due incontrati per strada ma serve denaro contante per ratificare l’atto dal notaio. Se la vittima ci casca, i truffatori convincono la stessa a prevelare la somma necessaria e una volta ottenutala, scompaiono nel nulla.
E’ andata così anche ieri. I due truffatori si sono fatti consegnare i 15.000 euro e hanno convinto la vittima a scendere dalla macchina per comprare delle marche da bollo in un tabacchi. Poi la fuga. A cambiare il finale è però intervenuto il caso che ha fatto sì che la vittima incontrasse la figlia mentre la truffa era in atto. La donna ha capito che qualcosa non andava e ha chiesto aiuto ai poliziotti di Patti, fornendo loro preziose informazioni sull’auto dei truffatori e sui loro spostamenti.
I poliziotti li hanno tallonati sino a Falcone, via autostrada, riuscendo a bloccarli poco fuori il centro abitato. Avevano ancora i 15mila euro, poi riconsegnati al proprietario. Uno dei due malviventi teneva nella tasca dei pantaloni l’ulteriore somma di 900 euro sulla cui provenienza non ha saputo fornire alcuna spiegazione e pertanto è stata sottoposta a sequestro. I truffatori sono stati arrestati e, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, posti ai arresti domiciliari.