Voce fuori dal coro rispetto al Manifesto “29 Aprile”. Dopo la mancata firma da parte di Carlo Mastroeni, segretario generale della Cgil, ecco arrivare la nota di Alessandro Tinaglia, leader del movimento “Reset!”. “Chiariamo che a nostro avviso – si legge nella nota - ogni iniziativa è utile se, come in questo caso, ha come obiettivo quello di denunciare una folle ed inefficace “politica nordista” e reclamare infrastrutture adeguate ed il “Ponte sullo Stretto” per la Sicilia ed il Meridione. Se invece l’obiettivo è quello di ottenere che il Governo la modifichi il DEF, attraverso l’inserimento di infrastrutture come “alta capacità” e “Ponte”, allora crediamo che la questione sia squisitamente Politica”. T

inaglia pone la questione sul piano politico e stigmatizza l’aver escluso i rappresentati del popolo dal dibattito di ieri. “Vogliano capire se esiste una classe politica, prima ancora che sindacale, imprenditoriale e professionale pronta a sostenere ed abbracciare, senza se e senza ma, questo progetto di rilancio del Sud. Non fare parlare i politici o pensare che un ‘manifesto’, tra l’altro sottoscritto solo da 8 o 9 portatori di interessi di una sola città, possa avere la capacità far modificare il DEF a noi pare abbastanza ingenuo. Serve una ‘lobby di interessi legittimi’ costruita con tutti gli attori che ci staranno, partendo dalla classe politica attuale e da quella che vorrà proporsi. Senza sinergie di questo tipo temiamo che gli eventi come quelli di oggi rischino di restare bellissime ed interessantissime passerelle incapaci di arrivare all’obiettivo”.

Poi Tinaglia conclude: “Se è vero che numerosi politici volevano partecipare e gli è stato impedito di intervenire allora che questi stessi signori si facciano avanti, indipendentemente dall’evento e dalle telecamere, ed offrano la loro disponibilità a far parte di questo progetto ambizioso. L’unico che possa consentire al Meridione di tramutarsi da palla al piede in motore propulsore per il Paese”.