Molti ragazzi affetti da autismo si imbattono in grosse difficoltà di integrazione sociale, soprattutto arrivati alle scuole superiori. Ed è in quest’epoca, quando l’adolescenza prende il sopravvento già in condizioni naturali, che avrebbero più bisogno di un sostegno supplementare, per non restare in quella cappa di black out, segregati persino dal contesto scolastico che dovrebbe accoglierli e che, invece, spesso non sa reagire. Per eliminare e controllare queste carenze l’Amministrazione comunale può e deve intervenire disegnando dei percorsi alternativi e, perché no, preferenziali laddove se ne misuri la necessità.

La VI Commissione Servizi Sociali, con la proposta della presidente Rita La Paglia, sta avviando questo riscontro dei centri esistenti per l’autismo, attraverso vari tavoli tecnici che inizieranno da domani - 3 maggio con l’invito di due esperti della sanità: il Commissario Straordinario del Policlinico Giuseppe Laganga e il Primario del reparto di Neuropsichiatria Infantile della stessa Azienda, il prof. Persico che dovrebbero guidare questo piano di Rete. In questa circostanza, si discuterà dell’Istituto Marino che di recente ha suggellato un’intesa tra Comune e Irccs Neurolesi. Invitati anche l’assessore al ramo Nina Santisi e il Sindaco Accorinti. Il tema principe sarà l’individuazione e monitoraggio delle strutture.

L’istituto di Mortelle aveva già attivato una collaborazione con Policlinico “G. Martino” e Cnr ed avrebbe dovuto trovare dei locali adatti per cucire i primi fili di una sorta di rete in cui l’Asp di Messina potesse allacciarsi. Quest’ultima occasione sulla spinta dell’ex presidente di Commissione Donatella Sindoni e appoggiata dall’assessore Guido Signorino. Ma, poi, questi spazi non sono stati rintracciati o messi a disposizione. E’ vero che la politica e le istituzioni possono contribuire per ottimizzare i servizi. Nello specifico, si devono riconoscere quali strategie e quali strumenti mettere in campo per migliorare la qualità dei cittadini (meglio se in età scolare) che convivono con l’autismo, non solo per le possibilità di recettività verso le nozioni e informazioni ma verso tutta la sfera esterna.