Doveva essere lo sfogo per i fruitori della zona nord lungo la Via Consolare Pompea, uno strumento di benessere per famiglie, giovani e sportivi in bici o sena bici e, invece, è diventato un itinerario ad ostacoli da scansare e non da saltare per evitare di cadere dall’altra parte. Parliamo della Pista ciclabile, quella vecchia, la prima istituita nella città dello Stretto a cui si dovrebbe concedere una certa cura, ancor di più di quella nuova prolungata tra il villaggio Pace e Sant’Agata, terminata appena l’anno scorso, poco prima di questo periodo.

L’associazione FareVerde continua ex novo a constatare le gravi condizioni in cui versa il percorso ecologico, dopo numerose segnalazioni, prive di riscontro. Gli stessi rappresentanti ambientalisti espongono un’aperta denuncia al sindaco Accorinti, all’assessore Ialacqua, al comandante dei Vigili del Fuoco al Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Messina, Filippo Romano, al Dirigente Responsabile Verde Pubblico, l’ing. Domenico Manna e alla Guardia Costiera.

“Oltre al normale degrado imperante – dicono i Coordinatori di Fareverde -, non sempre imputabile alla comune inciviltà, poiché non si procede allo svuotamento dei cestini e alla rimozione delle erbacce, si aggiungono anche diverse zone franate verificatesi a causa delle avverse condizioni meteo che, in alcuni tratti, ha provocato la totale inagibilità della pista”.

Il Dirigente FareVerde Francesco Rizzo e i Responsabili Locali FareVerde Messina, Piero Gatto e Liana Cannata sono preoccupati per i pericoli cagionati all’incolumità della cittadinanza, che si possono facilmente intuire alzando lo sguardo sia perché nella zona interessata ricade un parco giochi molto frequentato da bambini sia per la imminente presenza di bagnanti e turisti.

“Tra l’altro – descrivono lo scenario - abbiamo riscontrato la permanenza di pali della pubblica illuminazione divelti e adagiati lungo la spiaggia, oltre ai cavi elettrici che sostano presumibilmente ancora alimentati”.

La presenza delle palme richiede poi non solo la loro installazione inziale per abbellire il lungomare e allietare la vista, bensì una particolare attenzione per evitare che si rinsecchiscano e perdano il loro aspetto esotico assumendo le sembianze di una calamita di insetti.