Mercato, Nardini, Pozzebon, salvezza, Cosenza e futuro. Un Lucarelli a 360 gradi protagonista della conferenza stampa alla vigilia della delicatissima sfida contro i rossoblù calabresi al “Marulla”. Il tecnico toscano sa che la classifica per i biancoscudati, dopo i due pesanti KO contro Melfi e Lecce, si è fatta sempre più pericolosa. La zona play-out non è una posizione all’altezza della storia del club e delude le aspettative dei tifosi: “Abbiamo 2-3 punti in meno. Indossiamo una maglia che pesa un po’ di più di altre, una parte della rosa subisce questo aspetto. Per trasformare il peso in stimolo c’è bisogno di calciatori di un certo spessore”.

A Cosenza li aspetta una gara difficile su un campo che storicamente ha regalato a Messina più dolori che gioie, e che rievoca in Lucarelli l’emozioni del suo esordio tra i pro: “Una delle mie squadre a cui sono più affezionato, anche se non ci torno da 20 anni. Lì ho fatto il mio primo vero campionato da professionista, accanto a Marulla, un maestro a cui rubare i segreti del ruolo. Sarò emozionato sicuramente, non so come mi accoglieranno, anche perché in curva c’è stato ovviamente un ricambio generazionale. Una squadra che non ha avuto una regolarità, anche se ho letto che tradizionalmente non è un campo che porta bene al Messina. Mi auguro che la mia squadra abbia la serenità interiore per rimanere in partita, leggendo ogni situazione non con foga ma con intelligenza. Il calcio è attenzione non è tensione”.

Ancora in dubbio Foresta e Palumbo, sarà arruolabile invece Musacci. Qualche riserva sul neoacquisto Nardini, molto apprezzato da Lucarelli: il 33enne che indosserà la casacca numero 21 ha solo due allenamenti sulle gambe e quasi certamente partirà dalla panchina. Il suo è il primo di una lunga lista di innesti che il tecnico giudica necessaria per colmare il gap presentatosi in questa parte della stagione. Ai suoi rivolge un avvertimento, i prossimi incontri saranno decisivi per capire chi è da Messina: “C’è bisogno di una bella rimescolata. La rosa è troppo ampia: avremmo potuto spendere meno e meglio. La cura è stata individuata ma la farmacia è chiusa al momento. Riaprirà a gennaio. Chi vuole rimanere dovrà dimostrare di essere da Messina in queste quattro gare. In ventotto non possiamo lavorare. Se faremo quindici cessioni e risparmieremo a livello di ingaggi, con lo stesso budget ne potremo fare entrare nove di maggiore qualità”. Anche per questo blinda Pozzebon, certo che l’ariete tornerà a trascinare i suoi compagni a suon di gol come accadeva nella prima frazione del torneo: “Non mi priverò mai di un giocatore come Demiro, il presidente conosce il mio pensiero e abbiamo stabilito una strategia comune. A noi servono due Pozzebon, impensabile farlo partire. Al momento il ragazzo è mortificato, gli serve segnare. Se qualche società lo vuole dovrà pagarlo”. Un messaggio chiaro alle pretendenti, Vibonese in primis, e alla dirigenza.

Tra presente e futuro. Sta sostituendo le figure mancanti di ds e dg, è il tecnico ma anche il trascinatore morale del gruppo. Un capitano che guida la barca nel tentativo di salvarla. La sud è dalla sua parte e Lucarelli sembra legarsi sempre più alla piazza, con una programmazione seria il livornese potrebbe svolgere il ruolo da manager a lungo in riva allo Stretto: “Dobbiamo portare la barca in salvo e poi entro due anni puntare ad un altro tipo di campionato, anche pescando giovani o elementi di categorie inferiori. Ho firmato fino a giugno ma se programmiamo resto per altri due anni, per alzare il mirino progressivamente. Pianificando a dovere, Messina è una piazza che potrebbe avere almeno 10.000 persone allo stadio”.

 

 Paologiorgio Vinci