La seconda tornata della valutazione della qualità della ricerca (VQR) si è appena conclusa e i primi risultati sono stati resi noti. L'indagine ha preso come punto di riferimento temporale il periodo che va dal 2011 al 2014. Rispetto all'analisi precedente non si registrano cambiamenti sostanziali, ma si conferma un forte recupero delle università meridionali rispetto a quelle settentrionali.

In questo contesto l’università degli studi di Messina, pur rimanendo in fondo alla graduatoria, fa registrare nel punteggio complessivo un guadagno del 17% rispetto al passato. Si tratta della quarta migliore performance a livello nazionale, dopo Perugia Stranieri (+45%), Siena Stranieri (+25%) e Pisa Normale (+20%). Il rettore, professore Pietro Navarra, afferma di essere soddisfatto di tale crescita nell'ambito della ricerca, dovuto in massima parte ad adeguate politiche di reclutamento. Fa però un appunto, dicendo che è corretto che la quota premiale del finanziamento ordinario tenga conto della posizione in graduatoria dei vari Atenei, ma ugualmente dovrebbe prendere nella dovuta considerazione le variazioni di performance rilevate in momenti temporali diversi. Pertanto, se un’università migliora il proprio punteggio più di altre, occorre un parametro che ne dia riscontro.

La diminuzione dello scarto tra atenei meridionali e settentrionali è sicuramente un dato positivo che conferma la forte propensione degli istituti accademici al miglioramento sul fronte della ricerca.

Erika Oppedisano