Sbagliare umano, perseverare è diabolico. Il porto di Tremestieri è nuovamente insabbiato e qualcuno come lo struzzo tenta di mettere la testa sotto la sabbia. A partire dal sindaco Renato Accorinti, il vero sponsor del porto a Sud, il quale da uomo libero – così si professava – conduceva la sua personale battaglia (guarda caso la stessa dei Franza), affinché l’approdo venisse realizzato a Tremestieri.

La battaglia la vinse Accorinti, ma fu la classica vittoria di Pirro. Oggi la città sprofonda nella solita emergenza tir, Messina è invasa, le strade sono intasate, gli automobilisti imprecano sotto Natale. Dire che la scelta si sia rivelata completamente errata è superfluo, com’è innegabile che puntare ancora su Tremestieri è da diabolici. Il primo Accorinti che da sindaco oggi si appunta la medaglia al petto per il finanziamento del nuovo porto, sempre lì. A Tremestieri.

Oggi l’uomo intende sfidare la natura e come accade dalla notte dei tempi, l’uomo perde miseramente. Ma dietro l’insabbiamento si nasconde un business? Quanto sono costate fino ad oggi le operazioni di dragaggio del porto reso inservibile ad ogni sciroccata? La domanda la giriamo ai vertici dell’Autorità portuale che fino ad oggi si sono guardati bene dal fornire i dati. Che lo facciano con estrema sollecitudine perché i messinesi sono stanchi di assistere alle solite vergogne determinate da scelte sbagliate.

Il dibattito su Tremestieri si deve riaprire perché la localizzazione del porto – lo dicono i fatti – è sbagliata. La zona è toppo esposta alle sciroccate e ciò determinerà eterni disagi.