Politica
Accorinti contro la “sfiducia dei burattinai”
La sfiducia, forte di 17 firme, andrà in aula ma il sindaco in una nota rivendica quanto di buono fatto fin qui e si scaglia contro un consiglio di “burattini”
- 20/01/2017redazione
Con quella di Carlo Cantali la sfiducia nei confronti dell’amministrazione raggiunge quota 17 firme e guadagna di diritto la discussione in aula che potrebbe sancire la caduta anticipata del mandato accorintiano. I primo cittadino per replicare ad un’offensiva che potrebbe risultare determinante, si affida ad una nota in cui rivendica le conquiste portate a casa dalla propria giunta, dai finanziamenti in arrivo dai vari Materplan, Bando periferie, alla stabilizzazione dei precari, i potenziamento del trasporto pubblico e la realizzazione di Casa di Vincenzo. “Continuiamo a lavorare per la nostra città”, Accorinti predica calma, e fa appello alla buona politica lanciando e lanciando una provocazione a quei consiglieri che dopo anni hanno deciso di staccare la spina alla sua macchina, meri esecutori secondo il sindaco delle disposizioni date “burattinai distratti da giudici e avvocati”.
A seguire il contenuto della nota firmata dal sindaco Accorinti e dalla sua giunta.
Adesso “finalmente” la sfiducia va in aula con 16 firme sotto un documento in cui si lamenta che la città è agli ultimi posti della classifica del sole 24 ore ma questa non è la verità di oggi perché nel tempo impiegato a lavorare si sono scalati ben 16 posti di quella classifica che adesso ci vede davanti a città importanti.
Il documento per la sfiducia fotografa una situazione di bilancio non più esistente perché l’Amministrazione Accorinti ha lavorato con serietà e spirito di servizio per risanare una situazione finanziaria disastrosa e adesso a Messina, la nostra città, questa Giunta è tra le prime in Italia ad avere adottato il bilancio 2017. Ancora si è utilizzato quel tempo, quelle moltissime ore passate a palazzo Zanca, per seguire e intercettare i possibili programmi di finanziamento nazionali o regionali, e oggi che il tempo della raccolta è iniziato tra Masterplan, Pon Metro, Bando periferie, porto di Tremestieri, via don Blasco, riqualificazione del torrente Bisconte Cataratti, ... Il bottino dei finanziamenti ottenuti è ben superiore a 300 MILIONI di € una cifra mai vista nella storia di Messina. Il tempo passato a controllare e ricontrollare norme leggi e capitoli di bilancio ha portato alla stabilizzazione di oltre 250 persone ridando loro la dignità che meritano; a dotare tutte le partecipate dei contratti di servizio mai avuti prima e a individuare dirigenti di primo piano che rilanciassero le società con azioni moderne che, ad esempio, hanno magicamente portato il numero dei bus da poco più di 10 a un centinaio. E il tempo emozionante dedicato ad accogliere i bambini, le donne e gli uomini migranti, non solo allo sbarco ma soprattutto con percorsi inclusivi e sistemi di protezione.
Il tempo necessario per l’elenco del lavoro fatto dalla Giunta Accorinti è lungo ma un’ultima citazione va fatta, un’opera piccola e importantissima, la casa di Vincenzo, un segnale inequivocabile su quale sia la direzione intrapresa: aiutare i più fragili.
Adesso per noi è il tempo di continuare a lavorare sereni per la nostra città che amiamo e a cui abbiamo dedicato con gioia il tempo preso ai nostri affetti e al nostro lavoro.
Invece c’è chi pensa che il tempo che resta vada bruciato e seguendo indicazioni di burattinai distratti da giudici e avvocati, vogliono che la città resti senza guida, senza che si possa vigilare sull’arrivo degli investimenti, senza che Accorinti e la sua Giunta possano inaugurare il cantiere del nuovo porto, firmare il protocollo per il secondo palazzo di Giustizia, salire sul centesimo autobus nuovo appena comprato o stringere la mano all’ultimo dei precari che viene stabilizzato. Eliminare la piaga del precariato su cui troppe fortune “politiche” si sono costruite nei decenni che hanno preceduto la Giunta Accorinti è un assurdo da evitare ad ogni costo per chi ha distrutto Messina. C’è chi pensa che il tempo dei finanziamenti, della svolta che la città inizia a vivere sia da bruciare, da evitare per riconsegnare la città a un commissario che gestisca l’ordinario.
Il tempo fin qui dedicato alla nostra città è denso, bello ed è volato. Un tempo dedicato alla Politica vera, quella che si occupa della dignità delle persone e non della clientela, dei più deboli e non dei potenti, della sicurezza dei territori e non della speculazione edilizia. La Politica che guarda al futuro, trovando risorse, costruendo prospettive e sgombrando faticosamente la strada da percorrere dalle macerie del passato.