Politica
MessinAmbiente, è scontro tra sindacati e consiglio comunale
I sindacalisti Crocè, D'Amico e Lasagni: “Non è più possibile accettare comportamenti provocatori da parte di coloro che dovrebbero rappresentare la città. È bene che si facciano da parte, affinché non siano i cittadini a dover pagare il prezzo della loro incompetenza”
- 20/01/2017redazione
“Non è più possibile accettare comportamenti provocatori da parte di coloro che dovrebbero rappresentare la città”. È quanto affermano la segretaria generale della Funzione Pubblica CGIL, Clara Crocè, il segretario generale della Federazione Italiana Trasporti CISL, Lillo D'Amico ed il segretario generale della UILTrasporti, Silvio Lasagni, a seguito di una riunione tenutasi a Palazzo Zanca con i vari capigruppo del consiglio comunale per discutere sulla vertenza che vedrà coinvolta l'oramai prossima alla liquidazione MessinAmbiente, l'ente che si occupa della gestione dei rifiuti.
“Piuttosto che ringraziare il sindacato per il delicato compito svolto in questi tre anni – spiegano Crocè, Lasagni e D'Amico – continuano con inutili provocazioni e strumentalizzazioni. Una tattica che ormai il consiglio comunale frequentemente usa emulando i talk show più scadenti dove il provocatore di turno spara provocazioni al solo scopo di scatenare la lite per poi dichiarare di essere stato aggredito dando la colpa all’altro”.
“A questo giochetto pericoloso non ci presteremo più – continuano i tre sindacalisti – non hanno ancora compreso che i lavoratori sono stanchi ed esasperati dell’inerzia della politica che mostra di non comprendere l’esasperazione della gente. I sindacati ed i lavoratori sono preoccupati dalla notizia della prossima udienza fissata dal giudice fallimentare per il prossimo 8 ottobre e sono consapevoli del grave ritardo accumulato dalla giunta Accorinti per la presentazione della proposta in consiglio comunale e pertanto hanno chiesto uno sforzo straordinario alla Giunta ed al Consiglio per giungere ad una soluzione che possa salvare il servizio ed i lavoratori”.
E concludono: “Le provocazioni lanciate dai politici non hanno alcun fondamento se non quello, appunto, di provocare, confondere le acque e perdere tempo per non decidere. Se le legittime proteste dei lavoratori vengono considerate pressioni, allora significa davvero che ci troviamo in uno dei periodi più bui e neri della democrazia. E se coloro che dovrebbero rappresentarci non sono all’altezza di tale compito, è bene che si facciano da parte, affinché non siano i cittadini a dover pagare il prezzo di tale incompetenza”.
Paolo Fabrizio Mustica