Renato Accorinti che cita Alcide De Gasperi fa sbellicare dalle risate. "Free Tibet" ormai è alla frutta e sente che la sua esperienza alla guida della città di Messina sta per giungere al capolinea. Per fortuna. Il giorno in cui sar' votata la sfiducia - salvo i voltagabbana - , sarà celebrato come il giorno della "Liberazione".

Accorinti che parla di semina, non s'è reso conto che la sua è stata una semina di odio. Messina ha fatto cento, anzi mille, passi indietro. Lo sanno i messinesi che da tempo chiedono al Consiglio comunale di staccare la spina alla peggiore amministrazione comunale di sempre. E dire che c'era la speranza del cambiamento all'inizio dell'avventura del nuovo sindaco che, dall'indomani del suo insediamento indossa la maglietta "Free Tibet". E proprio quella t-shirt è l'icona del fallimento ideologico di un ex pacifista che ha amministrato mettendo gli uni contro gli altri.

A cominciare dall'Isola pedonale di via dei Mille, diventata un campo di battaglia su cui ancora oggi si sta giocando una brutta partita. Accorinti passerà alla storia più per le sue messinscene, studiate a tavolino, che per la svolta di una città desiderosa di cambiare. Il cambiamento dal Basso è stato solo nominale, un grande imbroglio. Passare in rassegna i motivi per i qu

ali la sfiducia va assolutamente votata è superfluo. Accorinti deve essere mandato a casa, punto e basta. Perché lo vogliono i messinesi, stanchi del "nulla". Desiderosi di una normalità che può passare solo dalle mani di una nuova amministrazione comunale. Fatta di gente nuova, animata dal desiderio di fare ripartire una macchina sgangherata che fino al 24 giugno 2013 era marciante. Ora, però s'è fermata per colpa di Accorinti. "Free Tibet" se ne faccia una ragiona, accetti la sfiducia e rispetti una scelta democratica. In fin dei conti, i consiglieri comunali sono espressione del popolo e devono solo farsi interpreti dei desiderata dei cittadini.

E in fine, Accorinti ammetta il suo fallimento e chieda scusa ai messinesi.