Cronaca
Non si dovrà scendere dal treno per attraversare lo Stretto
"Niente rottura di carico", dietrofront del Gruppo Fs, finalmente buone notizie per i viaggiatori dei treni a lunga percorrenza
- 04/02/2017redazione
Finalmente buone notizie per i viaggiatori sullo Stretto di Messina. Il gruppo Fs ha ufficialmente rinunciato al progetto della “rottura di carico”, che prevedeva che i passeggeri a bordo dei treni siciliani, per attraversare lo Stretto e poi proseguire il viaggio, dovessero scendere dal mezzo, salire da pedoni sulle navi veloci, per poi, arrivati in Calabria, prendere un altro treno giungere alle loro destinazioni.
Tutto questo - come comunica il responsabile regionale Mobilità della Uil Trasporti, Michele Barresi, è stato scongiurato. Non solo. Il Ministero dei Trasporti ha sottoscritto il nuovo contratto nazionale decennale di servizio per i treni a lunga percorrenza, confermando l’attuale volume dei servizi. Fs, inoltre, ha annunciato anche un piano di acquisizioni di nuove navi, così da ringiovanire l’attuale flotta in servizio nello Stretto. Di seguito il comunicato stampa di Uil Trasporti.
Sospirato dietrofront del Gruppo Fs. “Arriva durante un incontro con le organizzazioni sindacali nazionali, tenutosi l'1 febbraio col Gruppo FS, la comunicazione ufficiale che la paventata rottura di carico effettuata a Villa S. Giovanni e Messina non è più un obiettivo delle Ferrovie, poiché anche il Ministero dei Trasporti ha chiesto di mantenere il servizio di continuità territoriale sullo Stretto effettuato a bordo dei treni a lunga percorrenza. ‘A distanza di quasi quasi due anni arriva quindi il dietrofront ufficiale del Gruppo Fs – dichiara con soddisfazione Michele Barresi, responsabile regionale mobilità della Uiltrasporti Sicilia – e possiamo oggi dire che quella piazza che il 14 febbraio 2015 a Messina si oppose con una grande mobilitazione cittadina alla definitiva dismissione dei treni a lunga percorrenza sullo Stretto, programmata da Ferrovie dello Stato, finalmente ha vinto.
E a tal proposito in questi giorni – continua Barresi – il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Economia e Finanza hanno definito con Trenitalia anche il nuovo contratto per il servizio ferroviario “universale”, che avrà una durata decennale, con decorrenza dal 1° gennaio 2017 e scadenza 31 dicembre 2026, nel quale viene confermato l’attuale volume dei servizi dei treni a lunga percorrenza.
La durata decennale del contratto, che costituisce una novità assoluta, e le maggiori risorse stanziate – dichiara Barresi – consentiranno un complessivo rilancio del servizio in tutta Italia, pertanto occorre vigilare affinché anche per i treni siciliani che attraversano lo Stretto finiscano le continue emergenze e le paventate soppressioni a cui da anni siamo stati abituati. Da oggi non ci sono più scuse affinche’ il rinnovamento dei treni e la qualità del servizio siano adeguati finalmente alle reali esigenze della domanda dell’utenza siciliana’.
Infine, è stata riferita dal Gruppo Fs l’ipotesi che nell’altro Contratto di Servizio con Rfi attinente invece la continuità territoriale venga inserito il cosiddetto “traghettamento veloce, attualmente effettuato dalla Società di proprietà di R.F.I. – Bluferries – tra Villa S. Giovanni e Messina. Notizia di per se positiva – prosegue la Uilt Sicilia – anche se ad oggi continuano a mancare da parte del Ministero le risorse necessarie ad esso destinate. Un servizio con un costo annuo di 3 milioni di euro,di cui solo 850 mila recuperati dagli incassi di bigliettazione, e a cui il Ministero non destina un euro dal 1 gennaio 2015, sebbene sia un servizio importante per l’area metropolitana dello Stretto ed impiegato da 300 mila passeggeri l’anno.
Prima di modificare l’organizzazione attuale del servizio, che transiterebbe dalla società Bluferries direttamente in capo ad Rfi, serve un confronto congiunto con Istituzioni e Gruppo Fs – continua la Uilt – perché se da un lato i livelli occupazionali del personale marittimo sono stati tutelati da un recente accordo integrativo sottoscritto dal sindacato con Bluferries, a rischio ci sono invece 40 posti di lavoro nell’indotto e c’è la necessità di dare risposte all’utenza migliorando il servizio offerto.
Chiediamo pertanto con insistenza un confronto in merito con il Ministero dei Trasporti ed il Gruppo Fs – conclude Uilt Sicilia – per implementare l’attuale servizio destinando opportune risorse economiche per realizzare un sistema di traghettamento veloce con corse cadenzate ogni mezz’ora e potenziare le attività di assistenza a terra per la clientela, tutelando utenza ed occupazione”.