E se le bugie non le dicessero i “giovanotti faraoniani del PD messinese”? Nella giornata di ieri il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha attaccato senza mezzi termini il Ministro Delrio, il Partito Democratico nazionale e quello peloritano rivendicando la “sua” verità in merito alla riforma delle autorità portuali, decantando una lotta instancabile a favore degli interessi della città di Messina. Il leader del Megafono ha persino esibito la corrispondenza scambiata con Delrio per testimoniare il suo impegno e attribuire le responsabilità sulla mancata assegnazione della sede legale della nuova autorità portuale del tirreno meridionale a Messina, unicamente alle imposizioni calate dall’alto dal governo, indifferente alle istanze presentate dal Presidente. 

Una versione dei fatti in parte smentita stamani, durante una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Zanca, dal Presidente della IV Circoscrizione Francesco Palano e altri esponenti del PD messinese come Alessandro Russo, Giacomo D’Arrigo, Liliana Modica, Giuseppe Laface e Davide Fragale, i quali hanno riportato la replica di Delrio a quelle stesse note esibite ieri da Crocetta.

Dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, il Presidente della Regione avrebbe avuto 15 giorni di tempo per richiedere la proroga delle attuali Autorità Portuali. Uno step realizzato effettivamente e che ha riguardato sia Messina che Catania, ma in quali termini? Il problema di fondo denunciato dal Pd infatti sta nel contenuto della richiesta effettuata. Secondo quanto si evince dal documento, il Ministro dei trasporti e delle Infrastrutture relativamente alla città dello Stretto avrebbe ricevuto solo l’istanza di proroga. Ben diversa la proposta attinente al comune etneo, per il quale Crocetta avrebbe richiesto non solo la proroga ma anche la deroga sul porto core a discapito di Augusta: “Perché non ha fatto altrettanto per Messina? Crocetta ha detto una menzogna” si interrogano Palano Quero e co. smascherando un mero “sport elettorale” andato in scena ieri, tardivamente, quando ormai la riforma è divenuta realtà.

Il Pd messinese ribadisce la mancata condivisione della scelta del governo nazionale di individuare in Gioia Tauro la sede della nuova Authority e malgrado le critiche invita il capo dell’esecutivo siciliano a mettere da parte la prospettiva di un consorzio dello Stretto, non contemplato dalla legge, e lancia un chiaro messaggio di speranza: “Siamo ancora in tempo”. L’ultima possibilità di ricostruire una centralità politica a Messina la fornisce il comma 3 della stessa legge contestata, secondo cui, su richiesta del Presidente della Regione interessata, è ammessa la richiesta della sede della nuova Autorità di sistema per quelle realtà che sono state sede di Autorità portuali soppresse. La palla passa così ancora una volta a Crocetta: niente scuse, adesso bisogna lottare con i fatti per riportare la sede dell’AP a Messina.c