S’avvicina a grandi falcate lo “sfiducia-day”. Il giorno in cui i consiglieri comunali dovranno decidere se mandare a casa il sindaco Renato Accorinti o mantenerlo in sella contro il volere dei cittadini.

Per alcuni inquilini di Palazzo Zanca sarà un giorno difficile perché dovranno motivare di fronte ai messinesi il motivo per il quale non voteranno la sfiducia. La città aspetta con trepidazione questo giorno perché il limite della sopportazione è stato superato. Conti alla mano, in questo momento Accorinti rimane attacco alla poltrona di primo cittadino per una manciata di voti, ma non è escluso che qualche consigliere possa cambiare idea votando la sfiducia. Determinanti risulteranno i voti dei tre del Pd Cardile, Gennaro e Iannello, i quali ancora oggi non si sono pronunciati.

Le indicazioni del partito sono state chiare: il commissario Ernesto Carbone ha sostenuto la decisione della capogruppo Antonella Russo di firmare la sfiducia. C’è, insomma, il via libera da parte dei vertici del partito a che venga votata la sfiducia. Per questa ragione il voto contrario alla sfiducia potrebbe essere considerata come una insubordinazione con le conseguenze che ne potranno derivare.

Giorno 13 si avvierà il dibattito in aula, ma prima di due giorni, comunque, non si voterà la mozione contro il sindaco Renato Accorinti. Secondo le previsioni, quindi, il 15 febbraio Messina potrebbe celebrare la sua festa della “Liberazione”.