Un addio al veleno quello di Natale Stracuzzi, protagonista stamani della conferenza stampa in cui ha ufficializzato la cessione dell’88% delle quote societarie al gruppo Gerace-Massone e ha fornito quelle risposte a lungo attese da una piazza che da tempo l’ha sfiduciato a suon di contestazioni. L’ex patron, affiancato da Olivieri, davanti ai giornalisti si è assunto le sue responsabilità sulla fine ingloriosa di una presidenza che valuta appena sotto la sufficienza, in un mix di azioni positive e negative che lo portano oggi a lasciare a detta sua l’Acr in acque tranquille, con tre punti sopra la zona playout. Non sono mancati però gli attacchi ai soci di minoranza, specie sui conflitti che hanno accompagnato le scelte di mercato che l’hanno portato alle dimissioni. Spazio anche per le mancate acquisizioni da parte di Barbera e Proto, e la vendita alla cordata calabroromana.

Stracuzzi nega di aver incarnato il ruolo dello Schettino di turno.

“Io non ho mai abbandonato la nave in vita mia. Nemmeno quella volta, in Canada, con il mare forza 12. Sono rimasto l’unico in piedi dell’equipaggio. Gli altri erano tutti a terra, rassegnati e ubriachi. Il primo di febbraio mi sono dimesso perché ci sono state delle circostanze incresciose, perché erano fatte delle scelte per mandare via dei calciatori che potevano avere un futuro migliore altrove rispetto a Messina e allora ho detto che se io non conto niente meglio andar via. Ma ho sempre lavorato in sordina per il Messina. Mi è stato detto che sono andato a vedere il Pistunina, quando in realtà avevo un appuntamento con un imprenditore di Ragusa interessato all’Acr”.

Proprio in occasione della finestra invernale del calciomercato si è consumata la rottura definitiva con i soci.

 “Io il pupo e gli altri i pupari, tranne nel caso Lucarelli. Rivendico la scelta del mister Lucarelli, un figlio mio, l’ho portato io malgrado la minoranza non lo volesse. Alla fine la colpa è ricaduta su di me ed è giusto così, vuoi l’inesperienza, incapacità tecnica di poter prendere una decisione. Mi sono fidato e confidato con tutti. Io mi prendo le mie responsabilità e le mie colpe, non voglio litigare con Gugliotta ma avere un rapporto di pace e serenità con le persone. Errori di valutazione sul mercato ne sono stati fatti. Sono stati sostituiti tre tecnici e ciascuno voleva portare dei fedelissimi, quindi c’è stata molta confusione”.

Le cessioni fallite di De Vito, Musacci e Milinkovic, i mancati arrivi di Lo Sicco, Bollino e tre giovani del Latina, i veti di Lucarelli e lo scontro totale: Stracuzzi voleva dar via i pezzi pregiati per mettere una pezza 

“Non volevo negare ad alcuni giocatori la possibilità di giocare in squadre d’alta classifica e ambire a qualcosa di più. Ho parlato con De Vito e gli ho promesso che se ci fosse stato un futuro migliore per lui non glielo avrei negato. Lucarelli si è opposto, ma se c’è una società in difficoltà che ha bisogno di monetizzare è giusto che si intervenga. C’erano tre giocatori del latina, due 96’ e un 97’, c’era un accordo biennale e avremmo avuto dei riconoscimenti in denaro. Avevo anche firmato il trasferimento di Musacci, qui sarebbero arrivati Lo Sicco e Bollino e quando il segretario mi ha detto che il passaggio non era stato effettuato me ne sono andato amareggiato. È meglio fallire o depauperare la rosa? Io guardo le cose anche a livello di conduzione di società, io ho provato a dare solidità alla società per farla restare a galla”.

Una linea che ha generato forti malumori in seno alla tifoseria scaturiti in alcuni casi in atti intimidatori: “Abbiamo fatto un sacrificio, io ho subito delle cose inaudite, addirittura sono venuti in cantiere e hanno gettato dei petardi. C’erano le mie nipotine in cantiere erano terrorizzate. Accetto le contestazioni ma non la violenza”

La cessione alla cordata nata dall’alleanza tra i calabresi guidati da Gerace e il gruppo laziale con in testa Massone.

“Stiamo cedendo le nostre quote a titolo gratuito e lo facciamo per dare continuità e dare certezza ai calciatori che hanno un contratto pluriennale e garantire ai tifosi una società più forte. Abbiamo scelto la cordata Massone-Gerace perché sono persone competenti, hanno una solidità economia. Hanno garantito il pagamento degli stipendi, giorno 16 i giocatori riceveranno lo stipendio. C’è un programma che non sta a me spiegare nel dettaglio, ci penserà il gruppo Massone-Gerace, ed è alla base della scelta di affidare a loro la squadra. Se non ci fossero state le condizioni non avremmo ceduto”. Gli step successivi: “Si faranno carico di tutti i pagamenti. Domani o dopodomani saranno qui perché hanno già parlato con il notaio per firmare, e presto si organizzerà una conferenza stampa”.

Capitolo Barbera e Proto.

“L’unico che poteva dare certezze economiche al club era Barbera. Abbiamo valutato la proposta, ci siamo confrontati con gli altri soci e tra un tira e molla continuo non è stata trova una conclusione. Barbera valutando l’inserimento di altre parti in causa ha deciso di non rilevare le quote di maggioranza.”. Alla base del rifiuto dell’imprenditore messinese di acquisire la società ci sarebbe stata la mancata volontà dei soci di minoranza di cedere il passo: “Se ti metto a disposizione l’88% e Barbera non vuole i restanti soci…”

“Proto l’ho conosciuto negli ultimi giorni è stato firmato un preliminare. La minoranza ha manifestato una certa resistenza ma c’era un problema: oltre alla cessione a costo zero, richiedeva il pagamento di alcuni emolumenti. Non c’è stata una comunione di intenti”.

Stracuzzi valuta da 5.5 un’esperienza di un anno mezzo, condita da molte delusioni e qualche buon risultato. Ceduta la società è tempo di remar tutti nella stessa direzione: “Siamo quattro coglioni stupidi che hanno investito facendo salti mortali per rilevare il Messina. È vero che ci sono cose negative ma ci sono anche cose positive. So che siete arrabbiati ma io credo che la cosa migliore è lavorare insieme. Io come tifoso e se posso dare un contributo lo faccio ma esternamente e non critico chi verrà. Non abbiamo un punto di penalizzazione, non voglio applausi, ho detto che abbiamo fatto degli errori ma anche cose eccellenti. Se oggi parliamo di Messina in Lega pro è perché noi ci abbiamo messo la faccia”.