A distanza di tre anni e mezzo si sono ritrovati per festeggiare Renato Accorinti intonando “Bella ciao”. Le scene di giubilo a Palazzo Zanca sono state le stesse di quell’infausto 24 giugno 2013, quando gli elettori premiarono il sindaco “Rivoluzionario”. Erano gli stessi disperati che in tre anni e mezzo non hanno visto cambiare la propria vita. Erano disoccupati nullafacenti nel 2013, lo sono ancora oggi con Renato Accorinti sindaco.

La Rivoluzione non ha portato nulla di nuovo per gli ex “ragazzi” del sindaco “Free Tibet”, ma questo lo sanno benissimo gli accorintiani che rimangono aggrappati all’idea di un cambiamento radicale che non ci sarà mai. E poi, il successo – ammesso che si tratti di una vittoria – è macchiato dall’onta dell’appoggio dei consiglieri che hanno votato liberamente e che sono riconducibili a quello che per gli accorintiniani rimane un mostro, politicamente parlando, ovvero Francantonio Genovese. Il peso della responsabilità politica della mancata sfiducia lo si vuol fare ricadere sulla cosiddetta area “genovesiana”, ma alla resa dei conti nessuno dei partiti strutturati aveva voglia di andare ad elezioni anticipate.

Chi ha votato in favore della sfiducia sapeva che non sarebbe mai passata e l’ha fatto con la consapevolezza che su quel campo viscoso si sarebbe giocato il futuro politico di Messina. L’atteggiamento del Pd è sintomatico della consistenza di un partito che non esiste a Messina, dove le punte di diamante sono rappresentate da Russo, Quero e D’Arrigo. Per carità, giovani e volenterosi, ma la politica è fatta anche di numeri.

E che dire dei Dr? L’assenza di Rita La Paglia ha fatto assottigliare sempre di più la pattuglia dei consiglieri comunali riferibili a Picciolo che perde sostanzialmente tre pezzi rispetto alla composizione iniziale. La sfiducia ha sancito anche un’evidente frattura all’interno di Forza Italia, dove il capogruppo Pippo Trischitta e la consigliera Giovanna Crifò fanno squadra a sé. La città di Messina, comunque, manda in archivio una delle pagine politiche peggiori perché l’altro ieri a Palazzo Zanca, ormai trasformato nel teatro dell’orrore, è andata in scena una farsa. Colpa del peggior sindaco di sempre e di un pessimo Consiglio comunale. Inteso nell’insieme, ovviamente non esprimiamo giudizi sui singoli consiglieri i quali dovranno rispondere al proprio elettorato.

Che dire degli sfaccendati presenti a Palazzo Zanca in occasione della sfiducia? Si tratta di personaggi in cerca di autore che sperano di ritagliarsi un ruolo politico in questa città: ma con quali credenziali se hanno sostenuto Accorinti apertamente e oggi vorrebbero la sua testa? Viva la coerenza. A proposito di coerenza chiudiamo con Antonella Russo, la quale ha dimostrato che di avere le “palle” a differenza di qualche altro suo collega che, come direbbe un nostro amico, è solo un “minchitta”.