L’Amministrazione comunale ha invocato la Natura “come amica” rendendola padrona di delineare il territorio quasi “su sua immagine e somiglianza”. Si fa strada la proposta di Deliberazione per la Variante parziale di Tutela Ambientale al vigente P.R.G. della città di Messina. Ma la strada da percorrere è tutt’altro che spianata e si imbatte in qualche dosso come la mancata comunicazione con il Consiglio Comunale. Il punto di svolta rispetto ad una interpretazione ridimensionata dell’area peloritana in cui si vive è l’esame della proposta di n° 113 del 14/02/2017. “Ma non è pervenuto alcun provvedimento – si affretta a dire oggi la presidente dell’Organo istituzionale Emilia Barrile. E’ veritiero che la Giunta abbia approvato la delibera con cui propone al Civico Consesso l’adozione di un atto di grande importanza e delicatezza indirizzato alla salvaguardia e alla valorizzazione delle nostre bellissime zone e allo sviluppo urbano sostenibile. Ma viste la portata storica della materia e le indicazioni del Dipartimento Politiche del Territorio di non diffonderne il resoconto tecnico, la Barrile interpella lo staff di Accorinti con una nota e domanda: “se sia stato opportuno rendere edotta la città, attraverso i mass-media, di un esito già trionfalmente raggiunto, quando ancora il procedimento è in itinere e, sicuramente, non approvato dal Consiglio Comunale”.

La presidente esprime inoltre la necessità di ricevere spiegazioni “sulle corrette modalità di convocazione del Consiglio Comunale dedicato, sull’eventuale pubblicità della seduta e sui contenuti eventualmente divulgabili”. Il suo compito sembra essere quello di frenare gli entusiasmi o di ridurre tutto ad un piano più burocratico e certificato.  

La gestione accorintiana si aggrappa e si ispira a una delibera del precedente Consiglio Comunale e programma attraverso azioni concrete di conservare il patrimonio ambientale, di controllare il consumo di suolo, di rigenerare e riutilizzare le risorse esistenti. Lo stato dell’arte paesaggistico “non è negoziabile”. Gli insediamenti residenziali e produttivi devono sorreggere il sistema Natura senza piegarlo, tutto al servizio di un mondo preordinato dove l’Amministrazione non si pone come osservatrice, spettatore inconsapevole ma come soggetto attivo nel principio di autonomia che si legge nel Titolo V della Costituzione. L’impegno profuso dagli uffici del Piano strategico non può però scavalcare i normali iter procedurali come quelli di interlocuzione e ratificazione del Consiglio. Quindi si spera che lo stesso senso di responsabilità, a parte lo sponsor mediatico che può essere inteso come voglia di progresso, cammini verso la direzione di altre mosse già intraprese dal management che ci ricorda: il Patto per la Falce, il progetto Capacity e la mitigazione degli impatti nelle pianificazioni esecutive in corso (Piau e Mortelle Tono).

Marcella Ruggeri