Lo scorso lunedì, nell’ambito delle iniziative culturali  promosse  dall’Università della Terza Età, (UTE) di Barcellona Pozzo di Gotto, ha avuto luogo  una lectio riguardante la produzione  letteraria dell’eclettico Prof Emilio Isgrò, che deve le sue origini alla città del Longano.

L’idea è nata dalla volontà  di celebrare l’arte di un uomo  che ha dato l’avvio ad una delle  innovazioni più fantasiose che siano state applicate  alle discipline artistiche della pittura  e della  scrittura; vale a dire  La cancellatura, nell’arte  così come nella scrittura. La cancellatura  consiste nel ridare vigore all’immagine e alla parola da troppo tempo  logora e abusata e pertanto  priva del suo reale significato.

A dare il via ai lavori è stata la Prof.ssa Tanina  Caliri, rettore dell’Ateneo,  che  ha introdotto l’argomento prendendo spunto dalla tesi di Laurea  della dottoressa M. Antonella Saia dal titolo  La parola seminascosta nei romanzi  di Emilio Isgrò. Dopo una  breve  introduzione di quest’ultima  a testimonianza dell’approfondito  studio effettuato al riguardo,   ha preso la parola  il Professore Gino Trapani, il quale, servendosi di Polifemo, uno dei libri più  rappresentativi della poetica di  Isgrò, ha cercato di spiegarne la complessità e la genialità  della parola usata da Isgrò al quale l’autore ha ridato pieno significato  e valore.

La lezione si è conclusa  con la promessa di un sequel perché spiegare in una sola ora la geniale complessità di un’artista di tale levatura è pressoché impossibile.