Politica
Beni comuni, Team Presidenti Quartieri: Yes we can. Nostra la paternità regole
L’uso condiviso dei beni comuni deve essere alla base di questo nuovo strumento. L’organo, costituito da tutti i Presidenti di Municipalità, esorta il Consiglio comunale che dovrà votare oggi a recepire la proposta “in modo laico”. Incomprensibile ritardo della Giunta nel trasmetterla
- 07/03/2017Marcella Ruggeri
L’utilizzo arbitrario di spazi e beni della città di Messina dovrebbe essere punito e se non altro regolamentato. Nessun alibi deve più valere per arraffarsi luoghi che possono essere aggregativi “nello spirito e nel fisico”. Questa appare la sintesi della lettera inviata dal Collegio dei Presidenti delle Circoscrizioni di Messina, una sottolineatura all’impegno profuso per formulare insieme il Regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni. La precisazione giunge adesso perché la prossima discussione della proposta in Consiglio comunale sarà probabilmente in votazione nella seduta di oggi. L’organo di rappresentanza popolare, insieme alle Municipalità, ha interloquito spesso e lavorato intensamente in sedute plenarie con il Laboratorio per i beni comuni di Messina per far sì che “possano avvicinarsi alla cosa pubblica e alla gestione unitaria del territorio ma anche stabilire in modo chiaro dei criteri. Questo Collegio considera “incomprensibile il ritardo con cui la Giunta ha adottato il documento di proposta esitato dal forum dei comunità”. Lo staff Accorinti lo ha poi trasmesso agli organi consiliari.
“Si tratta di un approdo rilevante e fortemente auspicato dai Quartieri - spiega il Collegio -, frutto di un lavoro innovativo che ha incrociato saperi scientifici, forme partecipative dirette di semplici cittadini ed esperienze associative con quelle canoniche delle domande poste dai Consigli circoscrizionali”. In qualche misura, il gruppo dei Presidenti rivendica la paternità di queste regole, l’essersi spesi per gli altri che sono in stretta sinergia o persino un unicum con loro stessi. Intrecciare i forum pubblici ed attingere alla società civile, anche molto differente per background culturale e per variegate esperienze civiche e politiche, può solo responsabilizzare nelle scelte ed estendere la collaborazione democratica.
“Questo rispecchia un sistema complementare, non di concorrenza” - fa notare la equipe presidenziale. Insomma si può guardare alle metropoli italiane ed europee senza divorarsi le dita per non aver agito con puntualità. “E’ tempo che i consiglieri comunali valutino questa proposta di regolamento in modo laico” – afferma. Il team di Coordinamento del laboratorio ha iniziato a sistemare i tasselli dall’aprile 2014 e concluso con l’approvazione del testo finale a marzo 2015 coinvolgendo anche le Circoscrizioni. Numerosi tavoli partecipativi hanno costruito la raccolta di direttive per la fruizione dei beni comuni, attraverso un metodo di politiche innovative. I processi istituzionali si mescolano alla società trovando elementi di connessione tra politica della rappresentanza e quella diretta dei cittadini. Bisogna sperimentare con rispetto le proposte concrete e regolamentari “perché i mutamenti sociali non siano solo dichiarati negli intenti - suggeriscono i presidenti - , perché la città e i suoi beni non siano solo segnate da atti arbitrari di occupazione o concessione a parti strutturalmente o occasionalmente più forti”.
Per interpretazione democratica, l’approvazione di questo regolamento dovrebbe essere un “affare popolare” per dimostrare che “libertà è partecipazione”.
Marcella Ruggeri