L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Messina su Maurizio Marchetta, oggi indagato per concorso esterno a Cosa Nostra barcellonese, potrebbe scatenare un autentico terremoto politico. Le acque sono molto agitate a Palermo, dove l’imprenditore barcellonese aveva libero accesso nei palazzi della politica. Ma ci sarebbe anche di più, Marchetta accompagnato dalla scorta era solito partecipare ai compleanni di notabili politici siciliani.

C’è subbuglio perché l’impalcatura di qualche icona dell’Antimafia comincia a traballare vorticosamente a causa dei venti impetuosi che provengono dalla Dda di Messina. Secondo i magistrati, infatti, Maurizio Marchetta sarebbe stato molto vicino a Salvatore “Sem” Di Salvo, l’indiscusso boss delle famiglie barcellonese che aveva preso in mano le redini dopo l’arresto di Giuseppe Gullotti. Di Salveo era il referente di Cosa Nostra nella provincia di Messina. I fatti contestati a Marchetta si riferiscono a periodo che va dal 1993 al 2001.

La chiusura delle indagini preliminari che porta la firma dei magistrati Angelo Cavallo, Dario Massara e Vito Di Giorgio, sarebbe suffragata da una scrupolosa ricostruzione dei fatti che hanno spinto i magistrati a scrivere testualmente nell’ordinanza che Marchetta “… concorreva nell’associazione mafiosa armata denominata ‘famiglia barcellonese’.

Maurizio Marchetta è stato anche impegnato politicamente avendo rivestito la carica di vice presidente del Consiglio comunale di Barcellona, in quota An. Invece, dopo le elezioni regionali aveva allacciato rapporti con autentiche icone dell’Antimafia che oggi cominciano a provare un po’ di imbarazzo.