Scongiurato in passato grazie al fitto dialogo instaurato con l’allora ministro Angelino Alfano, i deputati nazionali e regionali messinesi intervengono nuovamente per evitare il ritorno in auge della possibile realizzazione di un hot spot nella città di Messina.

Il Senatore Bruno Mancuso, il deputato nazionale Vincenzo Garofalo ed il deputato dell’Ars Nino Germanà hanno stavolta indirizzato al nuovo interlocutore, il Ministro Minniti, una nota in cui si invita il governo nazionale a tener conto delle caratteristiche urbanistiche della zona in cui vengono ubicate strutture di questo tipo e del contesto socio-ambientale: “L’hotspot di Messina, diversamente da Mineo, si trova nel cuore servizio di esseri umani, non sono assimilabili a discariche e quindi per noi cristiani non possono essere generatori di sindrome “NIMBY” (non nel mio cortile), e nonostante un forte richiamo al nostro senso di responsabilità, non può passare il principio secondo il quale se c'è una caserma o un altro contenitore pubblico libero ed inutilizzato, allora quello è il posto giusto per fare un hot spot. Seguendo tali criteri, quando lo scorso anno si parlò di hot spot a Messina, immediatamente chiedemmo chiarimenti all'allora Ministro degli interni Alfano il quale, recependo in pieno le nostre osservazioni, escluse con decisione questa eventualità, pur ammettendo la necessità di procedere a nuove localizzazioni tra la bassa Calabria e la Sicilia orientale. Quindi ritenemmo, a ragione, che tale evenienza fosse scongiurata.  Adesso il problema si ripropone".

"Senza pregiudizi – concludono nella nota congiunta i tre parlamentari - ma non senza preoccupazione, chiediamo al Ministro Minniti un momento di seria riflessione e una seria analisi di contesto prima che questa decisione diventi definitiva”.