“L’hotspot? La testimonianza che i migranti vengono considerati dal ministero dell’Interno un problema di ordine pubblico”. La notizia dell’istituzione di una struttura destinata ad accogliere gli immigrati nel territorio del comune di Messina non va giù a molti, anche a chi come gli aderenti al neonato movimento Sinistra Italiana, ha sempre difeso i diritti della persona umana appellandosi ad uno stadio di civiltà che prevede accoglienza ed integrazione.

Alla base del rifiuto di SI ci sarebbe il mancato superamento della logica emergenziale d’accoglienza dove gli hotspot, nodi di un cordone sanitario costituito per lo più dalle forze dell’ordine, costituiscono luoghi in cui vengono lese la libertà e la dignità delle persone, nonché la stessa normativa europea e nazionale in tema di diritto di asilo. Il movimento spinge invece per forme d’accoglienza che garantiscano il pieno riconoscimento dei diritti dei cittadini migranti, così da fornire una risposta valida alla “fobia ed al razzismo agitati abilmente dalla destra”.

In una nota a firma Alessandra Minniti, SI ha così ribadito il proprio no all’hotspot e invitato l’amministrazione a ripristinare il Consiglio territoriale: Un organismo finalizzato al coordinamento di associazioni e soggetti che si occupano da anni di politica migratoria, attraverso apposite commissioni (scuola, casa, mediazione, salute).

 “Sinistra Italiana – si legge in conclusione nella nota - è convinta della sensibilità di questa Giunta a riguardo, e che sia condivisa la centralità della difesa della dignità umana, in qualunque modo essa sia stata offesa. Riteniamo pertanto si debba perseguire la strada dell’integrazione e dell’aiuto umanitario attraverso l’accoglienza diffusa, e non quello della riduzione in spazi concentrazionari”.

 

Paologiorgio Vinci