Politica
Rifondazione Comunista boccia l'hotspot
Scelta incoerente dopo la firma dell'accordo con la Libia. Sotto accusa anche l'amministrazione: "Messina lontana dai reali canoni della città accogliente"
- 10/03/2017redazione
La corrente messinese di Rifondazione Comunista si unisce NO unanime urlato dalla politica locale rispetto alla realizzazione di un hotspot nella città dello Stretto, una struttura che secondo i membri del circolo “P. Impastato” genera una distinzione superficiale tra migranti economici dai richiedenti asilo, con il pretesto di identificare e selezionare i primi ed espellerli; luoghi dove i migranti saranno costretti a giacere in condizioni non rispettose della dignità umana per tempi molto più lunghi di quelli previsti dal protocollo, avvisano i comunisti: “Gli hotspot sono una scelta fallimentare che creerà un ennesimo girone infernale in cui verranno violati i diritti fondamentali degli immigrati attraverso un sistema di polizia che si basa su provvedimenti che limitano la libertà personale senza alcun intervento del giudice, senza la possibilità di poter comunicare esternamente e di poter usufruire difesa legale. I migranti, infatti, dovrebbero stare negli hotspot non più di 72 ore, ma i termini non saranno rispettati, il sistema sarà destinato ad ingolfarsi e molte persone per un tempo indefinito non conoscerà il proprio destino”.
Il circolo del PRC già alcuni mesi fa aveva dichiarato fortemente la propria opposizione al primo progetto governativo di realizzazione e oggi contesta l’incoerenza della scelta una scelta europea giunta in un momento in cui il governo Gentiloni con il proprio ministro Minniti ha firmato l’accordo con la Libia per fermare i migranti già alla partenza dalle coste libiche: “Occorre al più presto decidere a livello europeo di fermare le politiche assassine che producono solo morte. Questa sarà l’ennesima presa di decisone ambigua che farà aumentare il numero di persone senza diritti e invisibili”.
La mala gestione del fenomeno migratorio on riguarda solo il sistema europeo e nazionale ma pesa anche sulle spalle dell’amministrazione locale: “Accorinti, che dichiara la propria opposizione alla creazione dell’hotspot in città, deve farlo in maniera congrua e coerente, cancellando gli accordi con gli enti che a Messina gestiscono la casa comunale per Minori Stranieri Non Accompagnati e uno SPRAR per categorie vulnerabili”. Il riferimento è a quegli enti che gestiscono l’ex caserma Gasparro di Bisconte, dove nonostante le diverse dichiarazioni dell’amministrazione, vengono ancora ospitati minori stranieri non accompagnati insieme ad adulti: “Demandate ad altri soggetti dell’associazionismo e della cooperazione sociale la gestione di Casa Ahmed e non firmate decreti di urgenza ed emergenza contro i soggetti che tengono in strutture inadeguate i minori stranieri non accompagnati”.
“Il sistema hotspot in questa città è stato già usato sotto il nostro naso e nel silenzio totale della sua amministrazione, durante le operazioni di sbarco di alcuni mesi fa che hanno trattenuto per tre giorni circa 1000 migranti sulla nave che li aveva salvati nel mar Mediterraneo” concludono gli sponenti del PRC messinese evidenziando come il modello di accoglienza diffusa vantata dall’amministrazione secondo PRC è ancora lontana dai veri canoni di una città accogliente.