Cronaca
Vietate le cozze, è pesca grossa di carrelli della spesa nel lago di Ganzirri
Recuperato questa mattina, nel Lago Grande, un carrello della spesa dalla Protezione civile regionale. Qualcuno si è divertito a lanciarlo in una notte di baldoria. La segnalazione è pervenuta da un residente e anche dal VI quartiere. Sul posto la responsabile della Riserva Naturale e l’assessore Ialacqua
- 11/03/2017Marcella Ruggeri
E’ vero che nel lago Grande di Ganzirri è stata vietata la coltivazione delle cozze pregiate nella zona ma è stata ammessa la “pesca di carrelli della spesa”. Questa mattina, più a nord della chiesa San Nicola di Bari, è stata “pesca grossa” del reperto del supermercato che dovrebbe essere ospite fisso di un centro commerciale mentre, invece, è stato recuperato con efficacia dalle acque della Riserva naturale di Capo Peloro.
L’estrazione del carrello è stata effettuata dagli addetti della Protezione civile regionale della Città metropolitana, allertati da un residente e dal Consiglio della VI Circoscrizione. Con tanto di stivali da pesca gialli, uno degli operatori del Servizio di tutela si è introdotto nell’area protetta scendendo dal lungolago e eliminando lo scempio. Sul posto ad autorizzare e supervisionare per competenza è stata la responsabile della Riserva Naturale della Città metropolitana la dottoressa MoIino. Con lei, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e il presidente del VI quartiere Orazio Laganà.
“Qualcuno si è divertito a lanciarlo in una notte di baldoria, deturpando anche i dintorni come Torre Faro - spiega l’assessore -. Si spera di individuare chi ha danneggiato questi luoghi meravigliosi per puro diletto”.
Diversi mesi fa, si è scatenato molto clamore per l’intruso che aveva fatto windsurf nel Lago Piccolo detto anche “Pantano” e dove realmente la coltivazione di cozze è accettata dalle istituzioni preposte. Le cozze sì ma le attività sportive. All’epoca, l’atleta era riuscito a fuggire dopo aver svolto la sua prestazione acquatica a favore di vento. Ricercato dai carabinieri anche nelle giornate successive per aver violato lo Spazio sottoposto a vincolo. Tutto sommato meglio accogliere il surfista che vuole diventare un tutt’uno con la natura piuttosto che il carrello metallico.
Marcella Ruggeri