“Siamo fortemente preoccupati perché i cittadini rimasti all’oscuro della situazione si ribelleranno. L’Amministrazione è un muro di gomma, ci si sbatte contro e si rimbalza ma il segreto non si dipana”. Secondo il presidente dell’Ordine degli architetti di Messina Giovanni Lazzari, queste sono le dinamiche che per ora si stanno sviluppando in merito alla variante di tutela al Piano regolatore. La querelle tra gli organi istituzionali di Palazzo Zanca resta aperta sullo sbarramento agli atti della variante, se non su dovuta richiesta e ha spinto anche la Regione ad intervenire.

“Tra la secretazione e la pubblicazione passa l’oceano - incalza Lazzari, già presidente della Consulta di tutti gli ordini degli architetti di Sicilia -. Nessuno si immagina che la variante debba essere divulgata al mondo prima del voto in Aula. L’assessore Croce, massima autorità regionale sulla materia è stato invitato in un incontro sabato scorso nella nostra sede e ha concordato che, attualmente, non esiste la possibilità di pubblicarla, né l’obbligo di secretazione, esiste solo il principio di riservatezza a cui tutti si devono adeguare. Sono due estremi. Nessuno poteva credere che l’atto sarebbe stato conservato in cassaforte dal segretario/ direttore generale Le Donne”. Quest’ultimo nella disamina di Lazzari asserisce che la documentazione deve rimanere “celata” alla conoscenza dei consiglieri, figuriamoci agli ordini professionali. Il giorno prima della sfiducia al sindaco Accorinti, la Giunta adotta la delibera per la presa d’atto della variante che l’assessore al ramo e i dirigenti hanno redatto predisponendo i procedimenti conseguenziali da inviare al Civico Consesso per competenza. “Ho parlato con tanti consiglieri - racconta il presidente – che hanno i titolo ad esprimersi sulla variante e si sentono in grande difficoltà. L’oceano che io descrivo è quello del principio di riservatezza a cui i consiglieri si devono ispirare e da cui devono farsi guidare senza negarsi però di discutere con gli specialisti del settore che dovrebbero essere super partes. Il confronto con gli ordini professionali non vuol dire che il provvedimento è stato pubblicato. Una variante è uno strumento delicato che forse la Giunt spera di poter lontano dagli occhi indiscreti degli ordini". E poi dubbio grave del professionista Lazzari: "Così il Consiglio senza l'opportunità da contraltare degli esperti potrebbe adottarla nel suo stato originario. C'è una scelta definta della gestione Accorinti, un passaggo amministrativo importante che è la delibera. La via di mezzo, l'intesa, è quella di dare copia ai consiglieri pre farla visionare ai tecnici che ritengono adatti".

Quali sono le paure da superare? "Nessun nè l'ordine degli architetti bloccherebbe l'iter procedurale - prosege il Presidente -. Ma l'ordine è piuttosto allarmato. Perché l'Amministrazione vuole fare tutto di nascosto? L'ordine non ha titolo per arrestare il sistema ma può fornire un contribiuton qualora venisse chiamato per consultazione. Abbiamo appreso i contenuti e i progetti di questa variante solo per grandi linee. Per capire una variante urbanistica che interessa ampie fette di territorio che vengono declassate da zone edificabili ad agricole, ci vogliono dei tecnici. L'amministrazione ha l'obbligo di informare i proprietari rispetto alle problematiche idrogeologiche o di altro tipo che scaturiscono".

"Se devo esaminare la collina del torrente Trapani - spiega Lazzari -, e decido di modificarne le condizioni urbanistiche, devo renderlo noto, per primi, ai propritari delle particelle di quella collina. Se questi cittadini sono più di cinquanta, recita la norma, si può inviare la notifica piuttosto che per raccomandata, con avviso pubblico su due giornali, uno a tiratura nazionale ed uno regionale. Nle 2013, quando è iniziato il procedimento di variante, questo è avvenuto nel Corriere della Sera e nella Sicilia, poi con avviso integrativo sempre sul Corriere e anche sul Quotidiano di Sicilia. La paura a distanza di un mese. I proprietari di aree che si trovano nelle colline che saranno retrocesse potranno chiedere il trasferimento della cubatura in un registro apposito e successivemente risarcimento danni al Comune".                                                                                       

Marcella Ruggeri