Il pressing sindacale sulla Sanità messinese ha aperto una breccia. Adesso spetta alla politica regionale, e in modo particolare a Crocetta che sventola la bandiera della legalità approfondire le questioni che stanno agitando le acque nella città dello Stretto. A meno che il governatore non voglia suffragare con il suo silenzio quanto affermato recentemente da Ardizzone e Musumeci a proposito di Riscossione Sicilia.

Dopo i sindacati che hanno sollevato la botola della putrida gestione della Sanità messinese, dove la politica governativa muove i fili dei burattini di turno, adesso sta scendendo in campo la politica d’opposizione. Prima i pentastellati messinesi, i quali hanno posto sui tavoli regionali e nazionali le questioni riguardanti le posizioni di Michele Vullo, dg del Papardo sospettato di non possedere i titoli per ricoprire tale ruolo, e di Daniela Costantino, direttore amministrativo dell’Asp, la quale si troverebbe nella medesima posizione del manager.

Adesso è scesa in campo anche Sinistra Italiana che pone, oltre ai due dirigenti citati, la questione di Giuseppe Laganga, attuale commissario del Policlinico, il quale non avrebbe – lo dice Si – per ricoprire tale ruolo. Insomma, stando a sindacati e politica Messina sarebbe una sorta di Repubblica delle banane, dove la gestione politica della Sanità avviene in deroga alle normative vigenti. Sullo sfondo, oltre al non interventismo del governatore Rosario Crocetta, di cui abbiamo potuto apprezzare le doti canore in una recente visita a Messina, c’è la magistratura che potrebbe risolvere la questione attraverso un’indagine.