E’ un periodo di magra, questo si sa ad ogni livello e ci viene inculcato in tutte le salse. Ma quanto i conti in rosso sbarrano i pagamenti di servizi essenziali di igiene pubblica, il problema si fa più gravoso. Al momento, la società Messinambiente non è in grado di corrispondere il Durc ovvero il Documento unico di regolarità contributiva, strumento indispensabile per procedere con l’attività di raccolta rifiuti. Bisogna mettersi in carreggiata con questo per poter tirare un sospiro di sollievo. Invece, il documento previsto per legge che si paga ogni 4 mesi è scaduto per la Partecipata lo scorso 7 marzo.

"Oggi il Comune di Messina avrebbe dovuto provvedere all’erogazione della somma con un intervento sostitutivo - spiega il Commissario liquidatore della società Giovanni Calabrò – ma la procedura non si completa con un click. L’amministrazione deve, in pratica, anticipare la cifra che noi dovremmo pagare. Ma in questa occasione, non l’abbiamo potuto effettuare perché Palazzo Zanca non ci ha liquidato le fatture già emesse. Fino a questa mattina, sono stati eseguiti dei controlli con l’Inps ma ancora non era visibile nulla”.

Forse, domani sarà la volta buona, secondo Calabrò. La Messinambiente ha trasmesso tutti i dati. C’è un sistema di flusso telematico che deve definire immediatamente se il Durc è negativo o positivo. “Al momento, è in stand by” - fa sapere il commissario-. Il Comune si sta sostituendo alla società ma si è creato un circolo vizioso che lo ha costretto all’anticipo amministrativo e finanziario. A verificare l’importo deve essere l’Inps che dovrebbe quantificare tra 780mila euro e un milione e 400mila euro.

“Noi abbiamo raggiunto il limite dello scatto del periodo successivo – evidenzia Calabrò -. Aspettiamo che la matassa venga sbrogliata per evitare i blocco del servizio che svolgiamo. Il Documento Unico è necessario quanto le mensilità dei lavoratori”. Lo stesso assessore all’Ambiente Ialacqua diversi giorni fa ha avuto a che ridire contro qualche ufficio dell’Amministrazione perché si sarebbe potuto scongiurare questo stato di bilico.

Marcella Ruggeri