Il Soroptimist International d’Italia Club di Messina, riunito in assemblea ieri - venerdì 17 marzo, dopo essere stato raggiunto dalla comunicazione diffusa dall’Amministrazione comunale relativa all’ipotesi di realizzare un “hotspot” a Messina, ha discusso e deliberato di inviare all’Amministrazione una nota di solidarietà, affinché il suo NO trovi più forza nel consenso della cittadinanza.

La presidente Soroptimist International d’Italia – Club di Messina, la prof.ssa Giusi Furnari Luvarà, scrive “Consapevoli dei doveri etici, civili e giuridici di accoglienza, le socie come persone, come cittadine e come soroptimiste, che rispettano la dignità umana, nel segno della affermazione e della realizzazione positiva dei diritti umani, sono solidali nel dire NO Hot Spot a Messina, fermamente espressa dalla Amministrazione della Città”. Le ragioni di tale decisione possono essere schematicamente sintetizzate secondo una scaletta che contempli argomenti di natura etico-giuridica generale, di responsabilità nazionale ed europea verso i territori regionali, di sostenibilità e indicazione etico-civile per la realtà locale.

Riguardo al primo punto, si fa riferimento a quanto si legge nell’informazione data dall’Amministrazione secondo cui: «L’amministrazione me¬tte in discussione il modello di “non-accoglienza” dell’hot spot, i cui fenomeni degenerativi sono sotto gli occhi di tutti: grandi numeri con inevitabili tempi di permanenza, priv¬azione della libertà individuale, ulteri¬ori traumi per persone che hanno già sub¬ito violenze e sofferenze fisiche e psic¬ologiche». Da parte del Soroptimist, si conviene nel condannare questa forma violenta di accoglienza reclusiva e si conviene nel «rifiutare non solo l’ipotesi della presenza di un hot spot nella nostra Città, ma l’approccio all’accoglienza che lo sottende». Messina dice NO all’Hot Spot anche perché non intende essere una delle ennesime realtà siciliane in cui le non-politiche europee ci condannano a una gestione del fenomeno migratorio, scaricandone tutto il gravame sui territori più esposti per mere ragioni geografiche. In riferimento alla responsabilità che il governo centrale si assumerebbe con questa scelta – e che risulterebbe impositiva per l’ Amministrazione e per la cittadinanza – si sottolinea come, con troppa superficialità e senza guardare all’habitat locale, si scarichi l’intero peso della complessa e tragica vicenda dei flussi migratori sulla Sicilia. Che non solo deve far fronte al dramma continuo degli sbarchi, ma è costellata del maggior numero di Hot Spot esistenti sul territorio nazionale. Il terzo punto chiama in causa la specificità di Messina e la scelta di destinare l’apertura di un Hot Spot nel cuore della nostra città. Ma, ancora, Messina respinge di far sua – accogliendola – una struttura che concentra dolore e disperazione, innescando processi di rancori e di violenza che la città condanna e rifiuta con decisione. Per tali ragioni, il Soroptimist International d’Italia-Club di Messina ha votato all’unanimità il suo NO Hot Spot, allineandosi e dando voce come società civile a quanti come Istituzioni e/o come rappresentanti politici dicono NO e invitano il Governo a non proceder con un diktat inaccettabile contro la volontà della nostra Città".