E’ sempre confortante quando la giustizia si svela, almeno a piccole dosi, specialmente per quei professionisti che la rintracciano e la perseguono al di là degli indizi contrari, al di là del discredito e fango gettati spesso per allontanare proprio dalla meta, dalla verità. E’ così che il noto avvocato Vincenzo Fragalà, ammazzato a fine febbraio del 2010 con un agguato vicino a quel Tribunale palermitano, dove svolgeva la sua attività da stimato penalista, potrebbe ricevere finalmente la giustizia che merita. Si traccia una pista per l’attendibilità. Sul delitto dell’avvocato si è detto di tutto anche in negativo su “eventuali rapporti sconvenienti” ma la vicinanza dei colleghi come quella del messinese Ciccio Rizzo, già dirigente del Movimento Nazionale di Sovranità, è stata importantissima. Fragalà, già deputato di Alleanza Nazionale dal 1994 al 2006, è stato massacrato di botte. Nel 2013, erano stati presunti colpevoli che bazzicavano nel mondo della malavita, definiti piccoli boss. Poi, scagionati. Nel 2015, è entrato nell’inchiesta un insospettabile per l’aggressione. Insomma, il penalista non ha avuto pace. Il legale Ciccio Rizzo ha più volte ribadito la necessità di cercare e trovare la verità in un mare di menzogne e luoghi comuni nelle sedi politiche e dell’associazionismo giudiziario.

“Dopo anni di allusioni, di calunnie e di sofferenze ulteriori inflitte ai familiari ed agli amici di Enzo Fragalà, finalmente sembra che si apra uno spiraglio di verità - interviene il Coordinatore regionale del Movimento Antonio Triolo -. Non storie torbide, non ipotesi fantasiose ma, chi ha conosciuto Enzo non ha mai dubitato, la verità di un uomo perbene che svolgendo un ruolo difficile come quello dell’avvocato penalista a Palermo, non si è piegato a farlo in modo “comodo” ma lo ha fatto da servitore dello Stato in cui credeva. Lo ha fatto in modo serio e onesto, come del resto lo fanno ogni giorno migliaia di avvocati ed altri operatori di giustizia, che con il loro lavoro garantiscono il diritto di difesa dovuto ad ogni cittadino, senza che questo significhi rendersi complici o favoreggiatori di criminali. Chi, come me, lo ha conosciuto non poteva aver dubbi in merito”.

“Il mio plauso va a quanti si sono rifiutati di accettare la via della rassegnazione – si complimenta Triolo - come l’amico avvocato Stefano Giordano, che a Palermo ha presieduto il “Centro Studi Enzo Fragalà” e il dirigente Rizzo che ha collezionato dati e notizie e ricordando spesso la figura di Enzo e i misteri che circondavano la sua morte. Lui, come tutti noi, era certo che la verità non fosse certamente quella che alcuni avevano provato a raccontare sino a ieri”.

“Oggi però vogliamo esprimere il nostro attaccamento e quello di tutto il Movimento Nazionale per la Sovranità alla famiglia Fragalà – continua -, in attesa che pene giuste, come Enzo avrebbe voluto, siano comminate ai responsabili del barbaro omicidio.”.

Marcella Ruggeri