Cronaca
Cento evangelisti messi al bando
Scoperto un altro importante tassello sulla storia Messinese. Religiosi discriminati durante la seconda guerra mondiale
- 18/03/2017redazione
Nei giorni scorsi è stato scoperto un’importante frammento della storia messinese durante l’incontro organizzato dalla Chiesa Valdese di Messina sul tema “Essere protestanti durante il fascismo dopo i Patti Lateranensi del 1929”. A far discutere è il modo in cui gli evangelisti sono stati trattati e denigrati durante il periodo della seconda guerra mondiale, addirittura uno di loro fu rinchiuso nei campi di concentramento.
A discuterne è stata la professoressa Giovanna D’Amico, ricercatrice universitaria, che ha descritto la condizione dei protestanti in Italia e a Messina durante la dittatura fascista. La professoressa ha affermato: “La vicenda delle persecuzioni fasciste delle chiese evangeliche presenta ad oggi parecchie zone d’ombra. Gli studi disponibili sottolineano la diffusione delle discriminazioni inaugurate dalla circolare di Arturo Bocchini del 13 aprile 1927, che invitava le Prefetture del Regno a vigilare sull’operato degli evangelici. A quella circolare ne seguirono altre e frattanto i Patti Lateranensi del 1929 e una serie di norme successive ne restrinsero ulteriormente gli spazi d’azione in tutta Italia. Particolarmente nel Sud, dove le autorità locali, di concerto con la Chiesa Cattolica, erano solite irrompere nei luoghi di culto e interrompere le celebrazioni dei protestanti. Gli evangelisti furono discriminati sul lavoro, a volte addirittura ghettizzati, oltre cento finirono al confino e almeno uno con certezza nei campi di concentramento nazisti”. Subito dopo è intervenuta Beatrice Grill, rappresentante della Tavola Valdese, ed esposto l’ argomento della comunità di Messina dalla ricostruzione post terremoto del 1908 fino ai giorni nostri.
La Chiesa Valdese, che si è insediata a Messina nel 1861, era quella frequentata dalle comunità straniere protestanti ed è stata sostenuta dalle famiglie più importanti arrivate in riva allo Stretto tra la fine del 700 e l’inizio dell’800. “A causa del sisma la maggior parte dei membri della nostra chiesa morirono e molti scelsero di lasciare la città, anche se alcuni ritornarono – ha dichiarato. Anche se adesso la nostra comunità non ha più i numeri di una volta continua comunque a essere presente a Messina e a partecipare attivamente alla vita della città. Segno evidente che abbiamo ancora molto da dire e da fare”. Questo incontro fa parte del calendario di appuntamenti organizzati dalla Chiesa Valdese di Messina in ricorrenza con i festeggiamenti del 500° anniversario della Riforma protestante iniziato il 31 ottobre dell’anno scorso e che avrà termine il 31 ottobre di quest’ anno.
Valentina Salvo