Politica
Atm, anomalia incredibile. Consiglio: Non è astensione ma preludio bocciatura
L'opinione di quasi tutti i compenenti della Commissione bilancio è quella di invocare un Commissario ad acta per sbrogliare la matassa dei bilanci mai approvati dal 2001
- 21/03/2017Marcella Ruggeri
“Non conosciamo i bilanci dell’Azienda trasporti dal 2001e dobbiamo approvarli dal 2012. Non si può partire da quell’epoca tralasciando il resto. L’Atm ha voluto fare il punto ieri sui suoi risultati della gestione Foti - Accorinti ma vuole cristallizzare tutti i conti a quella data. Dove buttiamo gli anni precedenti? Bisognerebbe chiedere un Commissario ad acta”. Così il capogruppo di Felice per Messina Pippo Santalco riassume il caso Atm perché è già diventato tale, dopo una seduta di Commissione Bilancio che è stata interpretata e boicottata dai Consiglieri comunali partecipanti, alla presenza del Segretario generale Le Donne, del direttore amministrativo e il presidente del Collegio sindacale dell’Atm De Almagro e Genovese.
“Non capisco la valenza di approvare un bilancio che non tenga conto del passato - afferma la capogruppo di Fratelli d’Italia Elvira Amata -. Ho sollecitato personalmente l’elenco dei bilanci presentati, di quali approvati e quali cassati. E’ necessario sapere gli finanziari per arrivare ad oggi. Perché nello stato di salute dell’Azienda, ci sono, ricordiamo, 16 anni di passaggi strani, di conti non ratificati e di debiti fuori bilancio. Un’anomalia di grosse proporzioni. La nostra astensione non ha un significato puramente tecnico ma è il preludio alla bocciatura. Ho anche chiesto al segretario di nominare un commissario ad acta”.
Il finale di questa figura che sostituisca la dirigenza per vagliare il pregresso economico e come sono state investite o peggio sperperate le risorse sembra unitario.
Noi bocceremo tutto ciò che riguarda la programmazione finanziaria sottolinea la consigliera di Centristi per la Sicilia Mariella Perrone -, così come abbiamo iniziato il percorso di opposizione da prima del voto di sfiducia. Da quando tutti i bilanci di Palazzo Zanca devono essere armonizzati a quelli delle Partecipate, sappiamo che le partecipate non sanate avranno ripercussioni sul Piano di Riequilibrio. Non possono prescindere l’uno dalle altre. Noi ci staremmo organizzando per stoppare anche il Piano se le condizioni resteranno quelle di tacere sul vissuto amministrativo delle altre propaggine comunali”.
“I dirigenti analizzano una condizione di salubrità dell’Azienda, comunque in positivo dal 2012 al 2014 con uno accenno al 2015 dichiara il presidente della Commissione Bilancio in quota Pd Claudio Cardile -. Le somme in più di 200-300mia euro l’anno, secondo i calcoli e partendo da una massa debitoria innegabile, depone bene per la più recente gestione perché rispettano il piano di Riequilibrio. Gli amministratori avrebbero gradito che con un colpo di spugna mettessimo una pieta tombale sul passato. Ma noi non lo cancelliamo. Possiamo notare una rimonta ma non accettare le delibere che interessano i vecchi conti”.
Marcella Ruggeri