Si salvano in pochi dalla debacle di Matera. Non pervenuto il reparto difensivo, spettatore non pagante al “Franco Salerno”. De Vito non prende mai le misure a Strambelli; Bruno, Maccarrone e Rea fin troppo generosi, concedono più che spazi delle praterie al tridente delle meraviglie lucano. Il peggiore è Grifoni: il difensore è colui che difende, il 35 ieri sembra aver accantonato la sua primaria funzione. Musacci e Sanseverino tra anonimato e sofferenza, Foresta e Anastasi provano a riaprirla: Milinkovic e Da Silva sono le fievoli luci nella buia città dei sassi.

Ma attenzione a mettere in croce i biancoscudati, davanti non c’era certo l’ultima della classe.

Le pagelle 

BERARDI 5 Le voci sul presunto scandalo calcioscommesse che coinvolgerebbe il portiere influiscono e non poco sulla prestazione del “Franco Salerno”. Cinque gol subiti sono fin troppi e lui avrebbe senz’altro potuto far qualcosa di più. Il suo errore in rinvio regala a Sartore la gioia del 5-1.

GRIFONI 4 Due errori individuali che costano l’avvio shock e sostanzialmente il match. Sui primi gol del Matera infatti c’è lo zampino del terzino destro del Messina che in occasione del 1-0 perde in marcatura Mattera, il quale, indisturbato, da due passi, ha tramutato in rete il velenoso corner di Strambelli. Estrema libertà concessa anche a Lanini, abile nell’agganciare, stoppare e calciare al volo sotto lo sguardo inerme del numero 35. Fase difensiva non pervenuta.

DE VITO 5 Questa volta neanche lui raggiunge la sufficienza. Spinge poco ed è in costante affanno su Strambelli. La prateria concessa con la decisiva compartecipazione di Bruno a Salandria vale come un assist.

REA 5 Non è al meglio, lascia i suoi sotto di due gol dopo i primi 45’. (BRUNO 5 Gli bastano 3’ per farsi scappare Salandria con una quanto meno rivedibile interpretazione della trappola del fuorigioco. Il 3-0 ad inizio ripresa è una sentenza).

MACCARRONE 5 Nella giornata nera del reparto arretrato, il corazziere per lunghi tratti del match sembra poter erigersi a salvatore della patria ma nel finale si adegua alle ingenuità dei dirimpettai: nel primo tempo con sacrificio e perseveranza si costruisce la palla gol che potrebbe riaprire il match (tiro telefonato dopo una preparazione da bomber d’area). Con un salvataggio nega il gol a Negro. Poi, pochi secondi dopo il gol di Da Silva che aveva rimesso in partita il Messina, si fa infilare da Casoli sul calcio d’angolo, concedendo il quarto gol e il punto esclamativo sull’incontro ai lucani. (PALUMBO S.V. In campo quando la partita è già finita da un pezzo).

SANSEVERINO 5 Un buon pallone disegnato per la testa di Anastasi, poi il nulla, azzerato dalla mediana di casa. (MADONIA 5 Gettato nella mischia per avviare la rimonta, non ha ancora toccato palla quando arriva il 4-1 che ammazza la gara. L’attaccante non fa nulla per rianimarla).

MUSACCI 5 Ancora una giornata nera per il play, non riesce mai ad illuminare la manovra biancoscudata, colleziona errori grossolani in fase d’impostazione.

DA SILVA 6.5 Uno dei pochi a saltare l’uomo, impegna Tozzo già nella prima frazione dalla distanza, riapre il match temporaneamente concretizzando al meglio l’assist di Milinkovic.

FORESTA 6 Lotta su ogni palla ma il ruolo del guastatore non è semplice da incarnare contro i piedi buoni a disposizione di Auteri. Vivace performance nella seconda metà del primo tempo quando si getta con i suoi alla ricerca del 2-1: lo trova illusoriamente, apparecchiando per Anastasi la rete che il direttore di gara annulla per fuorigioco.

MILINKOVIC 6 Ha le qualità per riaccendere un match già chiuso. Bello ed efficace il lob che lancia al gol il duo Foresta-Anastasi. Dai suoi piedi parte il filtrante che Da Silva con freddezza tramuta nel 3-1. Manca la continuità, ma anche il necessario appoggio all’estro del giovane 10.

ANASTASI 6 Suona la sveglia dopo il doppio colpo subito in avvio. Sfiora due volte il gol di testa, al terzo tentativo la mette dentro ma l’arbitro ravvede una posizione irregolare di Foresta e annulla. Nella ripresa scompare gradualmente dal terreno di gioco, orfano del supporto dei suoi.

 

Paologiorgio Vinci